DHARMA, DOVERE
Dare una definizione oggettiva di dovere è assolutamente impossibile. Tuttavia c’è un dovere dal lato soggettivo. Qualsiasi azione che ci fa andare verso Dio, è una buona azione e nostro dovere; qualsiasi azione che ci allontana da Dio, è male e non è nostro dovere.
Svolgendo bene il dovere che ci è più vicino, il dovere che è nelle nostre mani adesso, noi rendiamo noi stessi più forti; e migliorando noi stessi in questo modo, passo dopo passo, possiamo anche raggiungere uno stadio in cui sarà nostro privilegio fare i doveri più ambiti e onorati nella vita e nella società.
Nessun uomo può occupare a lungo in modo soddisfacente una posizione per la quale non è adatto. Non c’è utilità nel lamentarsi contro l’aggiustamento della natura. Chi fa il lavoro più basso non è per questo un uomo inferiore. Nessun uomo deve essere giudicato per la natura dei suoi doveri; ma dovrebbe essere giudicato dal modo e dallo spirito in cui li svolge.
È il lavoratore attaccato ai risultati che si lamenta sulla natura del dovere che gli è toccato in sorte; per il lavoratore non-attaccato tutti i doveri sono ugualmente buoni e formano validi strumenti con cui l’egoismo e la sensualità possono essere distrutti e la libertà dello spirito raggiunta.
Il dovere è raramente dolce. E’ solo quando l’amore unge le ruote che tutto scorre agevolmente; altrimenti è una continua frizione. Come altrimenti potrebbero i genitori fare il loro dovere verso i propri figli, i mariti verso le mogli, e viceversa? Non vediamo casi di frizione ogni giorno nelle nostre vite? Il dovere è dolce solo attraverso l’amore.
Il dovere, come viene comunemente compreso, per noi diviene una malattia; ci trascina sempre avanti. Ci afferra e rende la nostra vita miserevole. È il veleno della vita umana. Quest’idea di dovere è come il sole di un mezzogiorno d’estate; brucia lo spirito più interiore dell’umanità. Guardate quei poveri schiavi del dovere! Il dovere non lascia loro tempo per dire le preghiere, e nemmeno per fare il bagno. Il dovere è sempre su di loro. Escono e vanno al lavoro-il dovere è su di loro! Tornano a casa e pensano al lavoro del giorno dopo-il dovere è su di loro! È un vivere una vita da schiavo, e alla fine crollare in strada e morire nella bardatura, come un cavallo. Questo è il dovere come viene compreso. Il solo vero dovere è essere non-attaccati e lavorare come creature libere, lasciando tutti i frutti del lavoro a Dio.
Ogni dovere è sacro e la devozione al dovere è la più alta forma di adorazione di Dio.
SEVA, SERVIZIO
Questa è l’essenza di tutta l’adorazione: essere buoni e far del bene agli altri. Colui che vede Âiva nel povero, nel debole e nel malato, adora realmente Âiva; se qualcuno vede Âiva solo in un’immagine, la sua adorazione è soltanto allo stadio iniziale. Chi ha servito e aiutato un uomo povero, vedendo Âiva in lui, senza pensare alla sua casta o credo o razza o a qualcos’altro, di lui Âiva è più soddisfatto di quanto lo sia con l’uomo che Lo vede solo nei templi.
L’egoismo è il principale peccato: il pensare prima a noi stessi. Colui che pensa: “Io mangerò prima, avrò più soldi degli altri e possederò tutto”; colui che pensa, “Andrò in paradiso prima degli altri, otterrò la liberazione prima degli altri:” è l’uomo egoista. L’uomo non-egoista dice, “Io sarò l’ultimo; non mi importa di andare paradiso; andrò all’inferno se facendo così posso aiutare i miei fratelli.” Questo non-egoismo è la verifica dell’essere religiosi.
Voi amate i vostri compagni uomini? Dove dovreste andare a cercare Dio? Non sono Déi tutti i poveri, i miserabili, i deboli? Perché non adorate prima loro? Perché andare a scavare un pozzo sulla riva del Gange?
È nostro privilegio essere caritatevoli, perché solo così possiamo crescere. L’uomo povero ci permette di essere aiutati. Che il donatore si inginocchi e ringrazi; che colui che riceve rimanga in piedi e acconsenta. Osservate il Signore dietro ogni essere e date a Lui.
L’egoismo è il Diavolo incarnato in ogni uomo. Qualsiasi quantità di ego appartiene al Diavolo. Portate via l’ego da una parte e Dio entra dall’altra.
L’ideale più alto è un’auto-abnegazione completa ed eterna, dove non c’è “Io” ma tutto è “Tu.”
Siete voi non-egoisti? Ecco il problema. Se lo siete, sarete perfetti senza leggere un solo libro religioso, senza andare nemmeno in una chiesa o tempio.
AHIMSA, NON-VIOLENZA
Non produrre mai dolore attraverso pensieri, parole, o azioni, a nessun essere vivente, è ciò che è chiamato ahimsa, non-violenza. Non c’è virtù più grande della non-violenza. Non c’è felicità più grande di quella che un uomo ottiene con il suo atteggiamento di non-aggressività verso tutta la creazione.
La prova dell’ahimsa è l’assenza della gelosia. Qualsiasi uomo può fare un buon gesto o una buona azione sotto la spinta del momento o sotto la pressione di qualche superstizione; ma il vero amante dell’umanità è colui che non è geloso di nessuno. I cosiddetti grandi uomini del mondo sono spesso gelosi l’uno dell’altro per un piccolo nome, per un po’ di fama e per un po’ d’oro. Fino a che questa gelosia esiste in un cuore, si è lontani dalla perfezione dell’ahimsa… L’uomo che imbroglia senza pietà le vedove gli orfani e compie le azioni più vili per denaro, è peggiore di qualsiasi bruto, anche se è interamente vegetariano. L’uomo il cui cuore rifiuta sempre anche il pensiero di far male a qualcuno, che si rallegra della prosperità perfino del suo più grande nemico, quell’uomo è un bhakta, è uno yogi, è il guru di tutti, anche se vive ogni giorno con carne di maiale. Perciò dobbiamo ricordare sempre che le pratiche esterne hanno valore solo se aiutano a sviluppare la purezza interiore. È meglio avere solo la purezza interiore, quando non è praticabile un’assoluta attenzione alle osservanze esterne. Ma guai all’uomo e alla nazione che dimenticano i fondamenti reali, interiori, spirituali della religione e si aggrappano meccanicamente alle forme esteriori con una stretta mortale, e non le lasciano più andare!
La non-violenza deve essere ottenuta da colui che vuole essere libero. Nessuno è più potente di chi ha ottenuto la perfetta non-violenza. Nessuno potrebbe lottare, nessuno potrebbe litigare, in sua presenza. Si, la sua semplice presenza significa pace, significa amore, dovunque lui possa essere. Nessuno potrebbe essere arrabbiato o combattere in sua presenza. Anche gli animali, gli animali feroci, sarebbero in pace davanti a lui.