Ogni anima è potenzialmente divina. L’obiettivo è quello di manifestare questa divinità attraverso il controllo della natura esteriore e interiore. Ci si può riuscire attraverso il lavoro, o il culto, o il controllo mentale, o la filosofia -uno, o più, o tutti questi- ed essere liberi. Questa è l’essenza della religione. Dottrine o dogmi, o rituali, o libri, o templi, o forme, sono tutti dettagli secondari.
La religione è il suo stesso fine. Quella religione che è solo un mezzo per ottenere un benessere terreno non è una religione, qualsiasi altra cosa possa essere.
La vera religione è interamente trascendentale. Ogni essere nell’universo ha la potenzialità di trascendere i sensi; anche l’umile verme un giorno trascenderà i sensi e raggiungerà Dio. Nessuna vita sarà un fallimento; non esiste una cosa come il fallimento nell’universo.
Può essere religioso solo colui che osa dire, come disse una volta sotto l’albero Bo il grande Buddha: “La morte è migliore che una vita vegetativa e ignorante; è meglio morire su un campo di battaglia che vivere una vita di sconfitta”. Questa è la base della religione. Quando un uomo prende questa posizione, è sulla via per trovare la verità, è sulla via per giungere a Dio. Quella determinazione è il primo impulso per divenire religiosi.
L’uomo può realizzare Dio, sentire Dio, vedere Dio, parlare con Dio. Questa è religione. Tutti gli antichi libri e scritture sono scritti di persone che vennero in diretto contatto con fatti spirituali. Essi dicono che esiste una cosa come la realizzazione anche in questa stessa vita, e che è aperta a tutti, e la religione comincia con lo sbocciare di questa facoltà, se così posso chiamarla.
E’ religione quello che ci fa realizzare l’Immutabile; e quello è la religione per tutti. Colui che realizza verità trascendentali, colui che realizza l’Atman nella sua stessa natura, colui che si trova faccia a faccia con Dio, è diventato un saggio. E non esiste alcuna vita religiosa per voi finché non siete divenuti dei saggi. Solo in quel momento la religione potrà avere inizio per voi; ora è solo la preparazione.
Nessun uomo è nato in una religione; ognuno ha la religione nella propria anima.
Ora, nella mia modesta esperienza, ho appreso questa conoscenza: Nonostante tutte le cattiverie di cui la religione è accusata, la religione non ha alcuna colpa; nessuna religione ha mai perseguitato uomini, nessuna religione ha mai bruciato streghe, nessuna religione ha mai fatto di queste cose. Allora chi ha spinto le persone a fare queste cose? La politica, ma mai la religione. E se tale politica prende il nome di religione, di chi è la colpa?
Per l’indù, l’uomo non sta viaggiando dall’errore alla verità, ma da verità a verità -dalla più bassa verità alla più alta. Per lui tutte le religioni, dal più basso feticismo al più alto assolutismo, significano tentativi dell’anima umana per afferrare e realizzare l’Infinito, ognuno determinato dalle condizioni di nascita e associazione; e ognuno di questi tentativi segna una fase nel progresso.
Le dispute religiose sono sempre su delle inezie. Quando la purezza, la spiritualità, se ne vanno, lasciando l’anima inaridita, allora iniziano le dispute e mai prima.
L’uomo ha l’idea che possa esistere solo una religione, che ci possa essere solo un Profeta, che possa esistere solo una Incarnazione; ma questa idea non è corretta. Attraverso lo studio delle vite di questi grandi Messaggeri, comprendiamo che ognuno era destinano a ricoprire un ruolo, per cosi dire e un ruolo solo; che l’armonia consiste nella somma del totale e non in una nota unica.
Non c’è mai stata la mia o la vostra religione, la mia religione nazionale o la vostra religione nazionale. Non sono mai esistite varie religioni; c’è solo una Religione. Una sola infinita Religione è esistita dall’eternità ed esisterà sempre e questa Religione si esprime nei vari paesi in modi diversi.
C’è solo un principio alla base delle varie manifestazioni della religione e questo è già stato tracciato per noi. Ogni scienza deve finire dove incontra l’unità, perché non possiamo andare oltre. Quando una perfetta unità verrà raggiunta, le scienze non avranno più alcun principio da insegnarci. Così è con la religione. L’enorme principio, lo scopo, il piano, della religione è stato scoperto secoli fa, quando l’uomo trovò le ultime parole, come sono chiamate nei Veda, “Io sono Lui” -che esiste un Uno in cui questo intero universo di materia e mente trova la sua unità, che gli uomini chiamano Dio, o Brahman, o Allah, o Jehovah, o con qualsiasi altro nome. Non possiamo andare oltre a quello.
Il fine di tutte le religioni è il realizzare Dio nell’anima. Se esiste una verità universale in ogni religione, la pongo qui, nella realizzazione di Dio. Ideali e metodi possono differire, ma quello è il punto centrale. Ci possono essere migliaia di raggi diversi, ma tutti convergono allo stesso centro e quello è la realizzazione di Dio -qualcosa al di là di questo mondo dei sensi, di questo mondo di eterno mangiare e bere e parlare di sciocchezze, questo mondo di false ombre ed egoismo.
Io accetto tutte le religioni che vi furono nel passato e le rispetto tutte: venero Dio con ognuna di esse, in qualsiasi forma venga adorato. Andrei alla Moschea dei musulmani; entrerei nella chiesa cristiana e m’inginocchierei di fronte al Crocifisso; entrerei nel tempio buddista, dove troverei rifugio in Buddha e nella sua Legge. Andrei nella foresta e mi sederei in meditazione con l’indù, che sta cercando di vedere la Luce che illumina i cuori di ognuno. Non solo farei queste cose, ma terrei il mio cuore aperto per ogni cosa che possa venire nel futuro.
Se deve esistere una Religione Universale, deve essere una che non abbia luogo in tempo o spazio; una che sia infinita come il Dio che prega, e il cui sole brilli, in egual modo, sui seguaci di Krishna e Cristo, sui santi e i peccatori; una che non sia Bramanista o Buddista, Cristiana o Musulmana, ma un insieme di tutte queste e che abbia ancora uno spazio infinito per svilupparsi; una che nella sua universalità abbracci nelle sue infinite braccia, e che possa trovare un posto per ogni essere umano, dal più umile, abietto selvaggio, non molto diverso dalla bestia, al più alto degli uomini, che quasi si eleva sopra l’umanità attraverso le virtù della sua mente e del suo cuore, per il quale la società ha un timore reverenziale e del quale dubita della sua natura umana. Sarà una religione che nella sua politica non avrà posto per persecuzione o intolleranza, che riconoscerà la divinità in ogni uomo e donna, ed il cui intero scopo, la cui intera forza, sarà centrata nell’aiutare l’umanità a realizzare la sua stessa vera, divina natura.