Vivekachudamani - La più bella gemma della discriminazione (Versetti 33 - 38)
Aham Brahman asmi
Soham Brahman
Prajnanam Brahman
Tat tvam asi.
Io sono Brahman,
Questo Atman è Brahman,
Brahman è coscienza,
Tu sei Quello.
Così enunciano le Quattro Grandi Sentenze dei Veda. Esse esprimono l'identità di Brahman e del Sè. L'anima individuale - lo jivatman e l'Anima Suprema - il Paramatman - sono Uno. Nessun abisso le separa.
Sankara afferma che il mondo del pensiero e quello della materia non sono reali. Ciò non vuol dire che essi non esistano. "E' e non è".
La percezione dell'anima individuale e la sua costante unione con Brahman sono indicate come la liberazione finale.
Per ben soddisfare questo compito, le quattro qualifiche che l'aspirante deve possedere sono:
- In primo luogo, la discriminazione tra Reale ed Irreale (Viveka)
- In secondo luogo, la rinunzia ai frutti della propria azione
- In terzo luogo, la pratica delle sei virtù: la calma dello spirito, il controllo di se stessi, la capacità di sopportare ogni tipo di afflizione senza ribellarsi, o compiangersi; la fede nelle Scritture e nelle istruzioni del Maestro spirituale, la stabilità e l'equilibrio dell'animo.
- In quarto luogo, infine, l'aspirazione alla libertà (mumuksutva).
E' per grazia di Dio che noi otteniamo una nascita umana, un'ardente aspirazione per la libertà e la benevola protezione di un saggio perfetto. Perchè abbiamo necessità della benevola protezione di un Maestro spirituale? Ecco il soggetto del nostro dialogo odierno.
Sentiamo prima ciò che ne dicono le Upanishad.
L'Upanishad Mandukya afferma:
"In verità, il conoscitore di Brahman diviene Brahman lui stesso"; e l'Upanishad Svetasvatara:" Le verità spirituali brillano solo grazie alle anime superiori capaci di manifestare la stessa devozione sia al Maestro spirituale che a Dio."
Le Upanishad chiedono agli aspiranti di considerare il loro Maestro spirituale come Dio, e noi ripetiamo la preghiera:" Il Maestro spirituale è Brahman, è Vishnu, è Maheswar..." - e così di seguito. E' forse un'assurdità elevare il Maestro al rango di una Divinità? Come possiamo scorgere l'Assoluto, il Divino, in un essere umano?
Se questo Assoluto, questo Divino, può manifestarsi nell'acqua, nell'aria, nel nutrimento ed in altri prodotti necessari alla nostra sopravvivenza, perchè mai il medesimo potere non riuscirebbe a manifestarsi anche in quell'individuo che chiamiamo Maestro Spirituale?
Il mondo ha testimoniato sui poteri di Gesù, di Krishna, di Budda, di Samkara. Perchè lo stesso potere non saprebbe manifestarsi nella persona di un Maestro spirituale che doni la pace, l'armonia ed il conforto a coloro che soffrono?
E' proprio a questo potere divino che Sankara si riferisce quando parla della necessità di riempire il nostro cuore di fede, di rispetto e di venerazione per il nostro Maestro spirituale.
La mente umana ordinaria è incapace di cogliere, di rispettare un potere impalpabile, che non abbia un supporto corporeo. Per questa ragione le Scritture ci consigliano di considerare la persona che ci inizia alla vita divina come il Guru Sacro. Il potere divino che si manifesta in lui non può divenire oggetto di burle. Coloro che ridono di lui, ridono del fuoco del Divino.
Chi ama ed ammira qualcuno prova un'attrazione speciale anche per dei dettagli senza importanza che riguardano quella persona. Un fiore, un pezzo di torta, o non importa quale oggetto passato per le sue mani, divengono cari e sacri. E' un amore senza macchia la devozione che ispira un simile tipo di rispetto. Si tratta di una cosa blasfema? Di un'assurdità? L'aspirante vede il Reale nella figura del suo Maestro. Chi può mai giudicare lo stato di una mente? Chi può giudicare un'attitudine? Quali strumenti di misura sono i migliori per questo compito?
Esiste, nelle Upanishad Katha, un versetto meraviglioso che ci illumina sul perchè noi abbiamo bisogno di un Maestro spirituale:
"Sono numerosi coloro che non hanno mai inteso parlare del Sè Supremo. Numerosi, pure, coloro che, avendone inteso parlare, non l'hanno compreso. Ammirevole è chi parla di Lui. Ammirevole è chi apprende da Lui. Benedetto colui che, guidato da un buon maestro, è capace di realizzarLo."
Ed in un altro versetto troviamo:
"La verità del Sè non può essere completamente afferrata quando viene insegnata da una persona inferiore, poichè, allora, nasceranno dei punti di vista differenti su di Lui. Più s ttile di ogni sottile realtà è il Sè. Esso è al di là di ogni logica. Colui che viene istruito da un Maestro realizzato, che è uno con Brahman, raggiungerà lo scopo supremo e sarà libero dal ciclo delle reincarnazioni."
Ascoltiamo anche quel che dice Swami Brahmananda:
"Si ha sempre bisogno di un istruttore, anche per imparare a divenire un ladro. E chi, dunque, può arrivare a credere che la sublime conoscenza della Realtà ultima non ne abbia bisogno, a sua volta, per essere raggiunta?
Voglio completare e chiarire le mie parole con una storia raccontata da un discepolo del grande filosofo mistico cinese Lao Tzè:
Un giovane si era aggregato ad una banda di ladri, il cui capo si chiamava Chi. Un giorno, l'apprendista ladro domandò a colui che lo comandava:"Si può trovare il Tao - ossia, la giusta via - rubando?" E Chi gli rispose:" Citami, se lo puoi, una sola cosa ove il Tao, la regola, o la giusta via non si trovino. Quando si intende rubare bisogna avere la saggezza per localizzare il bottino. Bisogna essere coraggiosi per recarsi sul luogo, come primi, ed eroici per abbandonarlo, da ultimi. Bisogna possedere il ragionamento per calcolare le possibilità di successo. Ed infine bisogna avere il senso della giustizia per dividere il bottino in parti uguali, tra tutti i complici. Un ladro senza queste cinque qualità non ha alcuna possibilità di riuscita.
In ogni settore della vita esistono dei principi da apprendere. Gli scienziati, i tecnici, i sapienti di ogni disciplina non sono nati con le loro conoscenze; le hanno acquisite. In ogni specialità è necessaria una personalità superiore per guidare e dirigere. Che dire, allora, della sottile scienza che è la spiritualità?
"Il Guru, la guida spirituale, sopprime l'oscurità e porta alla luce. E'colui che scioglie ogni nodo del cuore che, sino ad allora, ci imponeva incessantemente dei continui problemi."
Conoscerete, penso, la bella parabola narrata di Sri Ramakrishna sulla tigre-montone, o sul montone-tigre. Ve la ricordo:
Una tigre, prossima a partorire, un giorno attaccò un gregge di montoni. Il pastore reagì e la ferì in modo mortale. Prima di morire, essa dette alla luce il suo piccolo. Il pastore ne ebbe pietà e lo allevò assieme ai suoi montoni. Il tigrotto bevve il latte delle pecore, apprese a belare ed a mangiare l'erba verde.
Qualche anno dopo un'altra tigre attaccò lo stesso gregge. E rimase molto sorpresa di vedere una sua simile che si comportava come un montone. La portò via dal dal gruppo e la condusse sino ad una pozza, ove la costrinse a guardare la propria immagine riflessa nell'acqua. Quindi, le pose un pezzo di carne tra le fauci, dicendole:" Tu sei una tigre, e non un montone!". Fu così che la tigre-montone perse la sua consapevolezza di montone e ritrovò la sua vera natura felina.
Lo Spirito Supremo viene a noi sotto forma di un Maestro. Ci aiuta a sperimentare che noi siamo al di là del corpo, della mente, dei sentimenti, delle idee e delle emozioni; che noi siamo Spirito Eterno.
Sri Ramakrishna disse:" Bisogna che avvenga un risveglio dello spirito interiore per scorgere la Realtà, una, eterna ed immutevole. Tutti noi leggiamo e parliamo molto della verità spirituale. Ma, abbiamo percepito direttamente la luce interiore? Tutto ciò che abbiamo studiato e di cui abbiamo discusso non è che l'esperienza degli altri. E noi, siamo dei risvegliati?"
Il Maestro, illuminato da questa luce, provoca il risveglio, tramite l'iniziazione sprituale. Gesù ha detto:" Se un uomo non rinasce, non potrà vedere il Regno dei Cieli." Rinascere, significa iniziare un risveglio spirituale.
Swami Sivananda, un diretto discepolo di Ramakrishna, dice: Nessuno può ottenere il risveglio spirituale prima di venire iniziato." E aggiunge:" Il potere del mantra sacro è infallibile. Esso, trasmesso nei tempi opportuni all'aspirante, lo trasforma, e la rinascita spirituale avviene. Il mantra contiene un formidabile potere." Molti peccatori sono divenuti degli uomini spiritualmente illuminati attraverso la ripetizione di un mantra; si può dire, di conseguenza e con certezza, che il risveglio spirituale fiorisce grazie al mantra. E', anche, vero che l'istituzionalismo ed il mercantilismo portano con sè numerosiproblemi. Tuttavia, noi siamo interessati soltanto al progresso spirituale. Ed è in quest'ottica che studieremo il Viveka Chudamani, la più bella gemma della discriminazione.
33. Sankara dà la seguente definizione di Maestro spirituale:
" Un Maestro spirituale è chi è ben versato nelle scienze spirituali. Solamente un'anima pura, libera da ogni desiderio e che conosce la Realtà (Brahman) può, per sua stessa natura, divenire un vero Maestro spirituale. Colui che si è ritirato nella Realtà (Brahman), che rimane calmo come una fiamma dopo che il suo combustibile si sia consumato, che è un oceano d'amore, il quale non tiene conto di motivi nascosti e che resta amichevole con ogni persona buona - ebbene, solo costui può essere una guida spirituale.
Ogni scienza possiede il suo spirito superiore. Prendete il caso - ad esempio - di una base di lancio missilistica. Quanti scienziati, tecnici, ricercatori, astronomi vi hanno lavorato assieme? Tuttavia, c'è il capo del progetto. Una nave ha sempre il suo capitano. Ogni attività, il suo direttore. Qualunque successo risiede sul responsabile. E quale precisione egli deve mostrare! Così, anche la scienza spirituale, che è tanto sottile, ha bisogno, anch'essa, di un responsabile. Un responsabile che conosca le scritture e le loro applicazioni. La Realizzazione spirituale, la sua perfezione, dipendono interamente dalla sua guida. Il Maestro spirituale deve dunque conoscere la scienza e le sue applicazioni. Deve incarnare quello che predica. Le vibrazioni spirituali non possono venire trasmesse se non quando sono generate in se stessi attraverso la purezza, le austerità, ecc..
Un Maestro spirituale deve restare libero da ogni pregiudizio - denaro, nome o fama. La spiritualità non può venire comprata, nè acquisita attraverso i libri.
Swami Vivekananda dice:
"Potete portare a passeggio la vostra mente in ogni angolo del mondo, esplorare l'Himalaya, le Alpi ed il Caucaso, sondare il fondo del mare, frugare ogni angolo del Tibet e del deserto di Gobi, ma non troverete da nessuna parte la spiritualità prima che il vostro stesso cuore non sia pronta a riceverla ed il vostro Maestro non sia apparso.
Spostiamo il punto di vista nella nostra epoca moderna. Stiamo assistendo ad una formidabile esplosione di conoscenza. Sino ad oggi, mai la conoscenza empirica aveva manifestato una simile ampiezza, e tali potenza ed importanza. Ma, paradossalmente, la scienza medesima rivela i limiti della conoscenza empirica. Numerosi ed eminenti scienziati sono giunti alla conclusione che la soluzione dei misteri dell'universo e dei problemi esistenziali dell'uomo si trova nelle profondità della coscienza umana. Il Vedanta considera l'universo come una proiezione della coscienza. Così come la coscienza è inseparabile dall'Essere verace, è attraverso la realizzazione di Esso che l'uomo raggiungerà l'atmosfera superiore, la rivelazione della Realtà ultima: Brahman. In aggiunta a ciò, il Vedanta sostiene che la beatitudine è inseparabile dalla Realtà Ultima e che l'uomo non può raggiungere la vera autorealizzazione se non realizzando la Realtà. A quale prezzo e come possiamo farlo? Ecco, perchè necessitiamo di un uomo perfetto che pratichi la rinuncia, l'amore e la compassione.
Fino a quando l'egoismo sarà presente la santità non apparirà. Un Maestro spirituale è colui che si volge all'uomo per rendere omaggio a Dio; il Dio di oggi e di ogni tempo. Dio è qui e là, Dio è ovunque. Sankara dice: il Maestro spirituale è l'amico di tutti.
" Con un cuore concentrato dallo yoga, con lo sguardo posato su ogni cosa, egli vede l'Anima universale e tutti gli esseri nell'Anima universale", sentenzia la Bhagavad Gita.
34. Che il ricercatore avvicini il Maestro devotamente e colmo di venerazione. E poi, quando lo avrà soddisfatto con la propria umiltà, il proprio amore ed il servizio, che gli chieda quanto può venire conosciuto dell'Atman."
35. "Non dovremmo permettere alla nostra devozione per il Maestro di venire coinvolta dalle manifestazioni della nostra emotività. Il Guru deve essere venerato unicamente per la spiritualità che egli manifesta."
Gesù ha detto:" Io sono la via, la verità e la vita." Dio, ossia il Reale, è l'aspirazione dell'uomo. E noi abbiamo bisogno di qualcuno per guidarci, per mostraci la via. Il Maestro spirituale è la guida verso la verità ed il compimento della vita.
Ora, ascoltate questa storia:
Un giorno, Guru Govinda Singh stava seduto sulle rive del fiume Jamuna, e diceva le sue preghiere. Era la fine di un pomeriggio. Raghunath, un ricco discepolo, arrivò, si prosternò e disse:"Signore, accettate, se ne avete piacere, questo modesto dono in testimonianza del mio amore." E, parlando, posò ai piedi del Mestro due braccialetti d'oro, incrostati di pietre preziose. Il Guru accettò il gioiello e, quasi a mostrare il suo gradimento, prese a giocare con uno di essi, gettandolo in aria e riprendendolo tra le mani. All'improvviso, lo lasciò scivolare e cadere nel fiume.
Raghunath, il discepolo, pensò che si fosse trattato di un incidente deplorevole. E subito si tuffò per recuperarlo. Continuò la ricerca, mentre il maestro riprendeva a meditare. Nella tarda serata, Raghunath tornò dal suoi inutili sforzi, con gli occhi bassi." Maestro" - disse -" sono desolato. Sinora non sono riuscito a trovare il gioiello. Ma, potrei sicuramente riuscirci se voi mi indicaste l'esatto luogo dove esso è caduto."
Conoscendo bene tutto ciò che passava per la testa del suo discepolo, il Guru prese l'altro braccialetto e lo gettò nell'acqua dicendo:"Raghunatah, è proprio lì."
Raghunatah rimase stordito dallo stupore e sbigottito dal gesto deliberato del suo Maestro. Era incapace di comprendere come mai costui avesse gettato via anche il secondo braccialetto. Ma, dopo qualche istante, il Guru si alzò e, abbracciandolo calorosamente, gli disse:" Raghunatah, mi sono volutamente sbarazzato dei tuoi braccialetti. Ho notato quanto la tua mente vi fosse attaccata. Essi formavano uno schermo tra me e te. Non essere vanitoso della tua ricchezza."
Raghunatah comprese la sua follia. Cadde ai piedi del suo Mestro e, da quel momento, divenne un uomo indifferente.
Con quale grande tenacia e quale determinazione applicata creiamo anche noi simili schermi tra noi e Dio? Chi altri se non il Maestro può aiutarci a sopprimerli?
Può anche essere possibile che noi si pratichi la spiritualità durante lunghi anni della nostra vita, senza fare alcun progresso, e restando sempre lontani dal Reale. Quando noi ci avviciniamo alla spiritualità, considerandola un semplice ornamento, o anche un belletto, oppure un diploma, o un'appendice, o una semplice rappresentazione, il Reale - cioè, Dio - rimane distante da noi, per la semplice ragione che non abbiamo ancora bisogno di Esso. Ma, quando sentiremo questa necessità, lo stesso velo della spiritualità verrà strappato in due. E noi ci consumeremo per Dio, proprio come chi cerca, con la testa in fiamme, un lago per tuffarvisi dentro.
36."Con una simile aspirazione nel cuore, l'aspirante dice al Maestro che ha scelto:" Brucio in quelle fiamme della foresta del mondo che nessun uomo può spegnere. Vengo trascinato, come in un uragano, dalle cattive azioni del mio passato. Mi sento pieno di terrore. Prendo rifugio in voi. Salvatemi dalla morte. Non ho altra protezione che voi."
La nostra vita intera è piena di tratti difficili perchè ignoriamo tutto questo. Ogni angoscia della civiltà umana nasce dall'insufficiente realizzazione del Sè. Ognuno la ricerca, ma non lì dove potrebbe trovarla. Con l'intera potenza dei propri sensi, gli uomini e le donne s'accostano alle cose materiali. Tutti gli accessori della scienza cercano di stimolare la priorità dei sensi. E cosa ne risulta? Come diceva Budda:" Ogni cosa...brucia. Bruciano gli occhi, bruciano i pensieri, bruciano tutti i sensi. Bruciano sotto il fuoco dell'invidia. Esiste la collera, l'ignoranza; vi è l'odio, e fino a che il fuoco troverà questo combustibile con cui nutrirsi, così, a lungo, fiammeggerà. E, così, a lungo, persisteranno la nascita, la morte, la decadenza, la collera, il lamento, la sofferenza, la disperazione e i dispiaceri."
Allora, se così stanno le cose, come trovare l'eterna felicità? Di sicuro, non in un lusso favoloso, in una ricchezza incalcolabile, in un potere illimitato, o in una conoscenza immensa.
Un versetto vedantico dice:" Quando gli uomini avvolgeranno lo spazio come se fosse un pezzo di cuoio, solo allora finirà la disgrazia di non realizzare Dio. Lui, che è uno, immobile, sereno, irreprensibile, senza attaccamenti; il punto supremo verso l'immortalità, e che è come il fuoco, dopo che esso ha consumato tutto il suo combustibile.
Solo quando l'impossibile si realizzerà, avrà termine l'oscurità e Dio verrà realzzato nel proprio cuore. Stimolato dal potere di questo Dio infinito, lo zoppo traversa le montagne, il muto diviene eloquente, il malato cronico si trasforma in una procellaria delle rivoluzioni divine. Innumerevoli persone, d'ogni posizione ed ambiente sociale, in ogni parte del mondo, hanno tutto rischiato nella ricerca di Dio. E hanno trovato quel che volevano. Ed essi, all'unisono, in diverse lingue, vi dicono:" Amici, andate avanti! Dio esiste. L'abbiamo veduto nel cuore del nostro cuore. L'abbiamo visto nel caos di questo mondo. Penetra l'universo intero - radiando e facendo radiare ogni cosa. Ama, e rende dolce la vita. I flussi del suo amore sono infiniti. Abbiamo conosciuto, da un capo all'altro, in ogni atomo del nostro essere, il suo meraviglioso amore. Le nostre vite sono avvolte dal profumo del suo amplesso."
Le vite di Sri Ramakrishna e di Vivekananda ne sono un esempio luminoso.
Narendra, il futuro Swami Vivekananda, che aveva appena perduto il padre, si trovava coinvolto nel problema di vivere in un mondo spietato. Premuto dalla disperazione, importunava Ramakrishna (il suo Maestro spirituale) affinchè domandasse alla Madre Divina di eliminare le sue difficoltà finanziarie. Il Maestro volle dargli una lezione. Gli disse:" Ragazzo mio, non posso fare una domanda di questo genere. Perchè non vai tu stesso a supplicare la Madre? Tutte le tue sofferenze provengono dall'indifferenza che le porti." Malgrado la durezza di queste parole ed un amore insondabile, Ramakrishna, con un senso supremo della strategia, introdusse Narendra nel recinto interiore dell'aspirazione alla Madre Divina. E là, in piedi, davanti alla Madre Divina, Narendra rimase senza parole. Con un muto sbalordimento, vide che la Madre -adorata da Ramakrishna - era realmente scintillante di vita e di splendore. E dimenticò tutto il resto.
Colpendolo dall'esterno, la Madre Divina lo aveva risvegliato interiormente e ne aveva impregnata la coscienza per sempre. Ecco, com'è la grazia dedl Maestro - che divora ogni cosa - e quella del Supremo. Attraverso di esse sparisce ogni timore e ogni fastidio. Tutto viene esaudito.
Così Sankara dice:" La grazia del Divino e del Guru sono come del nettare. Esse salvano da ogni sciagura."
37. "Esistono delle anime pure che hanno raggiunto la pace e la grandezza. Esse recano il bene all'umanità, come succede all'arrivo della primavera. Hanno attraversato, senza motivi egoistici, l'oceano temibile di questo mondo. Ed ora aiutano gli altri ad attraversarlo."
Appartiene all'intrinseca natura di queste anime il consolare, con la propria iniziativa, i problemi altrui. Esattamente come fa la luna, che, in modo autonomo, rinfresca la terra quand'è bruciata dai raggi ardenti del sole."
Ascoltiamo quanto dice Vivekananda del suo Maestro:"Il flusso del potere d'amore di Ramakrishna avviluppa ogni cosa e divora tutto. E' l'amico degli umili; un amico fatto semplicemente di amore. E, in più, è l'adoratore dell'uomo. Rappresenta un viaggiatore su diverse strade. Questo datore di luce ha quel modo di approcciare l'oscura ignoranza dell'uomo come fa un innamorato quando vede la sua amata; nessuna disapprovazione, nessuna parola dura. Soltanto l'amore e ancora l'amore. Così distaccato dalle cose com'egli era, chi mai fu stato più di lui coinvolto dall'uomo e dal suo destino? Una sorgente di ispirazione che aveva diversi toni e cadenze. Se non fosse stato così, come avrebbe mai potuto essere vero il suo amore?"
E, per finire: in quale modo possiamo trovare il nostro Maestro spirituale?
Resta inteso che un Maestro spirituale deve rappresentare un esempio ed un conoscitore della tradizione che egli rappresenta. Quando cerchiamo un Maestro, dobbiamo informarci direttamente su cosa insegna, sulla forma che egli dà alla pratica, ecc..
Dobbiamo anche ascoltare il nostro cuore. Cosa cerchiamo, esattamente? Cosa ci attrae in lui, o in lei? Dopo aver fatto la nostra scelta, dobbiamo esprimere anche tutta la nostra fiducia. Dobbiamo rispettare l'integrità e la saggezza che rappresenta.
Quando scegliamo un Maestro, noi ci allineiamo ad una tradizione ed alla discendenza a cui egli appartiene. Le discendenze sono il supporto della saggezza antica.
Con la tradizione, esse sono i contenitori sacri che proteggono le pratiche e la saggezza, scoperte ed accumulate nel trascorre di generazioni. Sono la forma attraverso la quale la luce del risveglio viene trasmessa, da una generazione all'altra. Esse contengono le Scritture formali, i canti antichi, i rituali, le tecniche di meditazione. I Maestri utilizzano queste pratiche, questi rituali, questi canti, ecc.., tradizionali, per creare un'atmosfera sacra e, attraverso questa, risvegliare la nostra devozione, la saggezza e trascendere i nostri limiti.
Quando privilegiamo una tradizione particolare, noi dobbiamo condividere la sua concezione del mondo, i suoi modi di vedere, le sue possibilità ed i suoi limiti. Ogni tradizione possiede, alla volta, delle possibilità e dei limiti. E' il dovere del Maestro quello di aiutare i propri discepoli a trascendere ogni confine.
Queste tradizioni, che sono esistite da centinaia e migliaia di anni, durante i quali gli insegnamenti, le discipline ed i modi di vedere sono stati raffinati dal cuore dei saggi, si adattano perfettamente alla nostra epoca.
Un vero Maestro è colui che ci guida, durante la vita, alla scoperta della libertà potenziale dei nostri cuori.