Lettera di Swami Vivekananda a Sarah Farmer Durante l'estate del 1984 Swami Vivekananda partecipò alla Conferenza Religiosa di Greenacre, a Greenacre, Maine (Stati Uniti). Presero parte alla Conferenza anche Scientisti Cristiani, guaritori, spiritualisti e gruppi che rappresentavano dei punti di vista similari. Oggi, la chiameremmo un'entusiasta congregazione della "New Age". Lo scopo era di mettere in pratica l'ideale dell'armonia di ogni religione.
La Conferenza era organizzata dalla Signorina Sarah Farmer, che aveva incontrato Swamiji a New York, e lo aveva invitato a Greenacre, in qualità di oratore. Sarah Farmer era figlia di un ricco inventore, dal quale aveva ereditato una vasta proprietà nello stato del Maine, al nord estremo della costa atlantica degli Stati Uniti.
Ogni mattina, Swamiji dava dei corsi, sotto uno dei grandi pini che ornavano Greenacre (la foto che accompagna questo testo immortala la scena). In altri momenti della giornata, egli rispondeva alle domande di coloro che gli erano d'attorno e che lo ascoltavano ardentemente." Lo insegno a tutti:" Shivoham, Shivoham ( sono Shiva), scrisse a Mary Hale, " ed essi lo ripetono, innocenti e puri come sono, e coraggiosi al di là di ogni limite, ed io ne sono, così, felice e glorificato".
La lettera che riproduciamo deve essere letta come un messaggio dedicato a tutti coloro che cercano di realizzare questa perfezione - "già nell'uomo, se egli sa scoprirla" - , che Swamiji espose a Greenacre.
New York, 29 décembre 1895
Mia cara sorella,
in questo nostro universo, ove nulla viene perso, e nel quale viviamo, continua a permanere ogni cosa pensata, o pubblicata, o grazie alla sua stessa forza; che ci si trovi ad esistere, nel bel mezzo della morte, o nelle strade affollate, o nelle profondità segrete delle foreste vergini. Questi pensieri si sforzano, continuamente, di prendere forma. E, fino a quando non si saranno incarnati, essi lottano per manifestarsi, e nessuna repressione potrà mai ucciderli. Nulla si distrugge. I concetti che, in passato, furono cause di male cercano, anch'essi, di materializzarsi, di passare attraverso il filtro di una serie di successive espressioni, per finalmente venire trasfigurati e realizzarsi quale il bene perfetto.
In tali condizioni, esiste nella nostra era una grande massa di pensieri che lottano per esprimersi. Questa nuova idea ci spinge a rinunciare ai nostri sogni di dualismo, a quelli che riferiamo ad un'essenza del bene e ad un'altra, distinta, del male, come anche all'illusione ancor più pazza di una qualunque forma di eliminazione. L' idea di cui parlo ci insegna che la legge non è quella di distruggere, ma di guidare più verso l'alto. Ci indica che ci troviamo in un mondo composto da bene e da male; ma, lì ove appare il bene, esiste anche il meglio, ed ancora il meglio. Ci dice che nessuna situazione resta priva di speranza, e perciò accetta ogni forma di valenza mentale, morale, o spirituale - già lì dove essa si trova a vivere; e cerca - senza alcuna parola di biasimo - di suggerire alla situazione esaminata che, sino a quel punto, si è ben comportata, ma che è giunto il momento di fare meglio.
Se le riunioni di Greenacre dell'ultima estate si mostrarono tanto ammirevoli, ciò fu unicamente perchè tutti voi vi siete aperti pienamente a tale concetto - che in voi ha trovato un sì competente veicolo di espressione; ed anche perchè vi siete orientati sul suo più alto insegnamento: ossia, che il regno dei cieli esiste già.
Il Signore vi ha scelto e consacrati come il canale per fare affluire questa idea nella vita. Tutti coloro che vi aiuteranno in questa magnifica opera serviranno anche il Signore.
Le nostre Scritture (Bhagavad-Gita) insegnano che colui che serve a sua volta i servitori del Signore ne è l'adoratore supremo. Voi vi siete data al Signore e, come discepolo di Krishna, considererò sempre un privilegio ed un culto dedicarvi qualsivoglia servizio, nell'esecuzione della vostra ispirata missione - o quanto mai d'altro fosse necessario.
Il sempre affezionato vostro fratello,
Vivekananda
Tratto sa Vedanta 133, trad a cura di m.c.