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Ramakrishna

Indù e Induismo

In India non c’è mai stata nessuna persecuzione religiosa da parte degli indù, ma solo quella meravigliosa riverenza che loro hanno per tutte le religioni del mondo. Loro aiutarono una parte degli ebrei quando questi ultimi furono scacciati dalla loro terra; e gli ebrei del Malabar rimangono come risultato. Gli indù ricevettero, un’altra volta, i sopravvissuti dei persiani quando questi furono quasi annientati; e loro rimangono, oggi, come una parte di noi e da noi amata, i moderni Parsi di Bombay. C’erano cristiani che affermavano di essere venuti con San Tommaso, il discepolo di Gesù Cristo; fu loro permesso di vivere in India e mantenere le loro opinioni; e una loro colonia esiste ancora oggi in India. Questo spirito di tolleranza non è morto. Non morirà né potrà morire.

Tu puoi essere un dualista, e io posso esser un monista; tu poi credere di essere l’eterno servitore di Dio, e io dichiarare che sono uno con Dio stesso, tuttavia entrambi siamo buoni indù. Come è possibile? Allora leggi: “Quello che esiste è Uno; i saggi Lo chiamano con vari nomi.”

 

Dagli alti voli spirituali della filosofia Vedanta, di cui le ultime scoperte della scienza sembrano come eco, alle basse idee dell’idolatria con la sua mitologia molteplice, all’agnosticismo dei buddisti, e all’ateismo dei Jainisti, tutti hanno un posto nella religione indù.

 

La religione degli indù non consiste in lotte e tentativi di credere ad una certa dottrina o ad un certo dogma, ma nel realizzare; non nel credere, ma nel diventare. Così l’intero fine del loro sistema è, attraverso una lotta costante, diventare perfetti, diventare divini, raggiungere Dio e vedere Dio; e questo raggiungere Dio, vedere Dio, diventare perfetti come il Padre nei cieli è perfetto, costituisce la religione degli indù.

 

 

India

 

Il debito che il mondo deve all’India è immenso. Non c’è una razza su questa terra a cui il mondo debba quanto deve al mite indù, al paziente indù.

Doni di conoscenza politica possono essere fatti con gli squilli di tromba e la marcia di coorti. Doni di conoscenza secolare e conoscenza sociale possono essere fatti con il fuoco e la spada. Ma la conoscenza spirituale può essere data solo nel silenzio, come la rugiada, che cade non vista e non udita, e tuttavia porta a fiorire moltitudini di rose. Questo è stato più volte il dono dell’India al mondo.

 

La caratteristica del pensiero indiano è il suo silenzio, la sua calma. Il tremendo potere che è dietro di esso non viene mai espresso attraverso la violenza

 

L’India dovrà morire? Allora dal mondo sarà estinta tutta la spiritualità, sarà estinta tutta la perfezione morale; sarà estinta tutta la dolce comprensione per la religione; sarà estinta tutta l’idealità; e al loro posto regnerà la dualità di brama e lussuria come le divinità maschili e femminili, con i soldi come suoi preti; frode, forza, e competizione sue cerimonie; e lo spirito umano suo sacrificio. Una tale cosa non potrà mai essere. Il potere della tolleranza è infinitamente maggiore del potere dell’azione; il potere dell’amore è di una potenza infinitamente maggiore del potere dell’odio.

 

 

Cause del declino dell'India

 

Io considero che il grande peccato nazionale è l’abbandono delle masse, e che questa è una delle cause della nostra rovina. La politica non sarà mai di nessun aiuto fino a che le masse dell’India non saranno istruite, nutrite, e non ci si prenderà cura di loro.

 

La nostra nazione manca totalmente della facoltà di organizzazione. È questo impedimento che produce ogni genere di male. Noi siamo del tutto avversi a fare causa comune per qualsiasi cosa. Il primo requisito per l’organizzazione è l’obbedienza

 

Nessuno uomo, nessuna nazione, può odiare gli altri e vivere. Il destino dell’India fu segnato il giorno che inventarono la parola mlechcha (barbaro)e impedirono la comunione con gli altri. Guardate quanto alimentate quell’idea. E’ facile parlare di Vedanta, ma quanto è difficile portarne avanti anche i precetti più piccoli!

 

 

Le vie per la rigenerazione dell'India

 

Più gli indù studieranno il passato, più glorioso sarà il loro futuro, e chiunque cerchi di portare il passato alla porta di ognuno, è un grande benefattore per la sua nazione. La degenerazione dell’India non è venuta perché le leggi e le usanze degli antichi erano sbagliate, ma perché non fu permesso portarle alle loro legittime conclusioni.

 

Oggi tutti biasimano quelli che guardano costantemente al passato. Si dice che il troppo guardare indietro, al passato, sia la causa di tutti i mali dell’India. Per me, al contrario, sembra che sia vero l’opposto. Fino a che gli indù dimenticarono il passato, la nostra nazione rimase in uno stato di torpore; e appena hanno cominciato a guardare al passato, c’è da ogni parte una nuova manifestazione di vita. È da questo passato che il futuro deve essere modellato; questo passato diventerà il futuro.

 

Il nostro metodo è descritto molto facilmente. Consiste semplicemente nel riaffermare la vita nazionale. Buddha predicò la rinuncia; l’India ascoltò, e in sei secoli raggiunse la più grande altezza. Il segreto sta lì. Gli ideali nazionali dell’India sono rinuncia e servizio. Intensificate l’India in quelle direzioni, e il resto si prenderà cura di sé. La bandiera dello spirito non potrà mai essere portata abbastanza in alto in questa nazione. Solo in essa c’è la salvezza.

 

Prima pane e poi religione. Noi li riempiamo troppo con la religione, quando i poveri stanno morendo di fame. Nessun dogma soddisferà i morsi della fame. Ci sono due maledizioni qui: primo, la nostra debolezza fisica, secondo, la nostra gelosia, i nostri cuori aridi. Voi potete predicare dottrine a milioni di persone, potete avere sette religiose con centinaia di milioni di fedeli; sì, ma tutto questo non è niente fino a che non avrete un cuore per sentire. Amateli, come i vostri Veda vi insegnano, fino a che trovate che loro sono parti dei vostri corpi, fino a che realizzate che voi e loro, il povero e il ricco, il santo e il peccatore, sono tutte parti di un infinito Tutto, che chiamate Brahman.

 

Dovete mettervi al lavoro! Il vostro dovere in questo momento è andare da una parte all’altra della nazione, di villaggio in villaggio, e far capire alle persone che il semplice stare inattivi non servirà più. Fategli capire la loro reale condizione, e dite: “O tutti voi fratelli, alzatevi! Svegliatevi! Fino a quanto rimarrete addormentati?” andate e suggerite ad essi di migliorare la propria condizione, e fate loro comprendere le sublimi verità delle scritture presentandogliele in un modo lucido e comprensibile. Inoltre istruiteli, con parole semplici, sulle necessità della vita e sul commercio, sull’agricoltura e così via. Se non potete fare questo, vergognatevi della vostra cultura ed educazione e vergognatevi del vostro studio dei Veda e del Vedanta!

 

La religione per molto tempo è diventata statica in India; quello che vogliamo è renderla dinamica. Voglio che sia portata nella vita di tutti. La religione, come è sempre stato in passato, deve entrare nei palazzi dei re così come nelle case dei contadini più poveri. La religione, la comune eredità, il diritto universale della razza, deve essere fatta arrivare liberamente alla porta di tutti. La religione in India deve essere resa tanto libera e di facile accesso quanto l’aria di Dio. E questo è il genere di cose che noi dobbiamo determinare in India…ma non creando piccole sette e scontrandoci sui punti di differenza. Predichiamo dove siamo d’accordo, e lasciamo le differenze rimediare a se stesse. Come ho detto più volte, se c’è un’immensa oscurità in una stanza, e noi entriamo alla stanza e cominciamo a piangere, “Oh, è buio, è buio!”-l’oscurità se ne andrà? Portate dentro la luce e l’oscurità svanirà immediatamente.

 

Noi dobbiamo imparare dagli altri. Voi mettete il seme nel suolo e gli date molta terra, aria e acqua con cui nutrirsi; quando il seme si sviluppa in una pianta, e in un albero gigantesco, diventa la terra, diventa l’aria, o diventa l’acqua? Diventa la potente pianta, il potente albero, a seconda della sua natura, avendo assorbito tutto ciò che gli è stato dato. Che questa sia la vostra posizione. Noi abbiamo davvero molte cose da imparare dagli altri; sì, quell’uomo che rifiuta di imparare è già morto.

 

Solo allora l’India si sveglierà, quando centinaia di uomini e donne dal gran cuore, rinunciando a tutti i desideri di godere i lussi della vita, desidereranno e si daranno da fare per il benessere di milioni di loro connazionali che stanno sempre più affondando nel gorgo della miseria e dell’ignoranza. Ho sperimentato anche nella mia vita insignificante che buone motivazioni, sincerità, e infinito amore possono conquistare il mondo. Un singolo spirito posseduto da queste virtù può distruggere gli oscuri disegni di milioni di ipocriti e bruti.

 

Lasciate che la Nuova India nasca… dalla casa del contadino che spinge l’aratro, dalle capanne del pescatore, del calzolaio, e dello spazzino. Che scaturisca dal negozio del droghiere, da dietro il fornello del venditore di frittelle. Che si levi dalla fabbrica, dai centri di commercio e dai mercati. Che emerga da boschi e foreste, da colline e montagne. Questa gente comune ha sofferto l’oppressione per migliaia di anni-sofferto senza un lamento-e come risultato ha ottenuto una meravigliosa forza d’animo. Hanno sofferto eterna miseria, che ha dato loro indistruttibile vitalità. Vivendo con un pugno di farina d’avena possono scuotere il mondo; date loro solo un pezzo di pane, e l’intero mondo non sarà grande abbastanza per contenerne l’energia. E inoltre, hanno ottenuto la meravigliosa forza che proviene da una vita pura e morale, che non si può trovare da nessuna altra parte nel mondo. Tale pace, tale contentezza, tale amore, tale potere di silenzioso e incessante lavoro, e una tale manifestazione di forza da leoni in tempi d’azione, dove altro li potrete trovare?

 

Sapete quale è la mia idea? Predicando i profondi segreti della regione Vedanta nel mondo occidentale, noi attrarremo la comprensione e la considerazione di queste nazioni potenti, mantenendo per noi stessi la posizione di loro insegnante in materie spirituali; che loro rimangano nostre insegnanti in tutte le questioni materiali… Nulla ci verrà piangendo giorno in notte davanti a loro, “Datemi questo!” oppure “Datemi quello!” Quando crescerà una reciproca comprensione e considerazione fra le nazioni attraverso questo rapporto dare-avere, non ci sarà bisogno di questi piagnistei. Faranno tutto di loro iniziativa. Credo che attraverso questa coltivazione della religione e l’ampia diffusione del Vedanta, sia questa nazione che l’Occidente guadagneranno enormemente. Per me l’attività della politica è un mezzo secondario in confronto a questo. Darò la mia vita per mettere in pratica questa credenza. Se voi credete di poter compiere il bene dell’India in qualche altro modo, potete andare a lavorare per la vostra strada.