Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti, per migliorare la tua esperienza e offrire servizi in linea con le tue preferenze. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all’uso dei cookie. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie vai alla sezione

Stampa

Il carattere di una persona è la somma totale delle buone e cattive tendenze (i samskara) prodotte dalle sue esperienze passate, e la natura e la direzione del suo comportamento, dipendono dal modo in cui le buone e le cattive tendenze reagiscono tra loro.

Se le buone predisposizioni predominano, le nostre azioni saranno buone, morali e spirituail e se anche quelle cattive vincono per un po’, le buone tendenze, in ragione della loro potenza, vinceranno, ci rimetteremo sulla buona strada e ci condurranno sul cammino della virtù.

La Gita dichiara: “Dalla stessa sua pratica passata l’uomo è spinto a progredire nonostante i suoi limiti”, anche se ciò si riconduce allo sforzo applicato durante una vita precedente, questo vale ugualmente nella nostra vita attuale.

Ciò che bisogna ricordare è che la vita trae in un primo tempo il suo dinamismo da una sorgente interiore inerente al nostro essere. C’è in ogni essere umano, oltre alle sue pulsioni biologiche fondamentali, il bisogno di creatività, di conoscenza, di amore e di ricerca delle forme più elevate di realizzazione.

Nello stesso tempo, vaie forze esterne, soprattutto socio-economiche e culturali, agiscono su di lui.

Una delle funzioni importanti dell’ego è di adattare l’espressione dei suoi bisogni interiori alle forze esteriori e di conservare la personalità umana in uno stato d’equilibrio.

La prima lotta della vita umana, in effetti di tutte le forme di vita, è di raggiungere uno stato di equilibrio dinamico. La vita appartiene alla categoria di ciò che gli scienziati chiamano “uno stato stabile” ma non si tratta di una corrente uniforme senza regolamentazione. E’ uno stato d’equilibrio in rinnovo costante. Le funzioni biologiche del corpo non possono esercitarsi senza il loro mantenimento più o meno stabile di fronte ai cambiamenti dell’ambiente, è il principio chiamato omeostasi. Nello stesso modo la mente non può funzionare in modo creativo, senza un ambiente psicologico stabile. Consciamente o inconsciamente, ciascuno di noi tenta di mantenere costante il suo ambiente psicologico facendo gli adattamenti necessari con le sue relazioni, le sue emozioni, credenze, concetti, attitudini o azioni.

Quando quest’equilibrio raggiunto con difficoltà, è rotto, noi facciamo dei nuovi assestamenti per giunger a uno stato di equilibrio.

Per esempio, un giovane, quando si sposa, deve dare un nuovo equilibrio nella sua vita. Questo equilibrio diventa instabile quando si accorge che il suo lavoro non fa per lui, che il suo matrimonio è un fallimento, o quando deve far fronte a situazioni difficili, create dalla sua stupidità o dalla malevolenza di qualcuno.

Egli capisce allora che per funzionare in modo creativo e trovare la pace della mente, deve stabilire un nuovo equilibrio nella sua vita. L’incapacità di realizzare un equilibrio corretto, può portare a problemi psicologici diversi come la dipendenza, la depressione e la nevrosi.

Allora come possiamo trovare l’equilibrio nella nostra vita? All’inizio possiamo cercare di trovarlo nel mondo esteriore, con un cambiamento di lavoro, una separazione, agendo sul nostro ambiente, immergendoci nella lettura di romanzi e anche nell’alcool, o ancora vivendo in modo irriflessivo. In effetti, troppe persone consacrano il loro tempo ed esauriscono le loro energie alla ricerca di mezzi esteriori per raggiungere l’equilibrio nella loro vita.

In effetti, troppe persone consacrano il loro tempo ed esauriscono la loro energia alla ricerca di mezzi esteriori per raggiungere l’equilibrio nella loro vita.

Ma presto o tardi comprendono che i loro sforzi sono vani, per la semplice ragione che i fattori esterni non possono essere manipolati oltre un certo limite.

E’ vero, un buon numero dei nostri problemi e economici e di salute si possono risolvere con mezzi esterni, ma anche in questo caso, ci si accorge spesso che ogni problema risolto ha creato dei nuovi problemi.

Siamo riusciti in parte a sopprimere la povertà, la grossolana ignoranza e lo sfruttamento degli uomini, ma nello stesso tempo è aumentata la loro sofferenza esistenziale. L’ansia, la solitudine, il rilassamento dei costumi e una vita priva di senso, sono i segni della nostra incapacità a trovare un equilibrio appropriato.

Il mondo esterno non può realmente risolvere i problemi fondamentali della vita, può solamente crearli. Il vero equilibrio non può essere raggiunto che trasformando la coscienza del proprio ego. Come ho già detto, è l’ego che conserva l’equilibrio tra i bisogni interiori e le influenze esteriori. E ciò lo fa, sviluppando un certo grado di consapevolezza. Quando, per ragioni esterne o interne, questo equilibrio è rotto, l’ego non può ristabilire un nuovo equilibrio se non trasformando la sua consapevolezza.

Le attitudini, la fede, le relazioni e lo stile di comportamento costituiscono la consapevolezze dell’ego, con “l’io” come centro. Trasformare l’ego significa trasformare questa costellazione della coscienza.

 

Quando si presentano situazioni difficili e non possiamo tenervi testa, dobbiamo sapere che è tempo di raccogliere le nostre tendenze attuali, i nostri bisogni, le nostre relazioni, e tutti gli aspetti costitutivi del nostro ego e di effettuare una trasformazione totale della coscienza dell’ego.

 

Ottenere uno stato di equilibrio non significa eliminare tutte le difficoltà inerenti alla vita. Ciò significa arrivare a uno stato di coscienza in cui comprendiamo chiaramente i nostri problemi e in cui siamo capaci di trattarli effettivamente, realizzando anche le nostre possibilità creative e spirituali in modo soddisfacente. Questo principio è stato enunciato in modo molto semplice da Sri Ramakrishna: “ Ciò che conviene fare, a un dato momento, fatelo in quel momento. Ciò che conviene fare per una persona determinata, fatelo per lei in questo modo. Ciò che è necessario fare in un dato luogo, fatelo in quel luogo”. E’ difficile immaginare una regola di condotta migliore di questo consiglio, e tuttavia tutti lo sanno, proprio per la sua semplicità, è un principio molto difficile da mettere in pratica.

Questo precetto non è semplicemente destinato a insegnare come coltivare le buone maniere o a evitare i passi falsi o la mancanza di tatto in società. Il suo obiettivo, è lo sviluppo di una coscienza più aperta, la coscienza di un ego in espansione, capace di accettare tutte le situazioni con equanimità e di mantenere intatta la coscienza di Dio in tutte le circostanze.

Non basta ottenere una specie di equilibrio e di condurre una vita sociale ben adattata. La ragione principale di questo equilibrio è di liberarci dalla tensione, dalle preoccupazioni, dalla distrazione e dalle perdite di energie prodotte da una vita disarmonica, in modo di poterci volgere, in ogni momento, verso la sorgente vera della conoscenza, della forza e della pace, che è in noi.

La trasformazione della coscienza dell’ego è un aspetto importante e inevitabile della vita spirituale. Nel corso dei primi stadi della vita spirituale, sono necessari un certo grado di purezza e di trasformazione dell’ego, per acquisire anche una semplice idea della luce interiore. Dopo ciò, man mano che l’anima progredisce nella vita spirituale, l’ego deve attraversare i cambiamenti corrispondenti.

 

Ogni movimento verso un livello più elevato della coscienza spirituale, modifica il nostro modo di vedere il mondo, al nostra relazione con gli altri e la comprensione della vita.

Ogni vera esperienza spirituale porta dei profondo cambiamenti dell’ego.

 

Abbiamo già parlato dalla legge dell’insieme delle azioni che governa il funzionamento dei samskaras. Tuttavia, l’ego può, in una certa misura, controllare la loro attività. Inoltre, i samskaras sono parte integrante del sistema dell’ego, e quando la coscienza dell’ego cambia, viene attivato un gioco interamente nuovo dei samskaras.

Dopo aver vissuto per anni una vita immorale, una persona può passare all’improvviso attraverso una trasformazione interiore (nota nostra: a una vita etica), e quando ciò avviene trova nuove idee, nuovi bisogni, nuovi sentimenti. Alcune nostre difficoltà possono essere prodotte dall’ambiente, altre dai nostri impulsi. Non serve a niente lottare contro la debolezza altrui o rimuginare sulle nostre.

Il problema reale è lo stato di coscienza in cui si trova l’ego. Quando la coscienza dell’ego è trasformata, molte difficoltà si risolvono automaticamente o sembrano avere una soluzione.

 

In ogni modo non è saggio guardare la vita come una lotta perpetua con il nostro ambiente o con noi stessi.

Lo sviluppo umano deve essere visto semplicemente come il passaggio da uno stato di equilibrio ad un altro, attraverso una serie di trasformazioni della coscienza. Molti insuccessi della nostra vita sono prodotti dalla nostra incapacità di effettuare questo passaggio.

 

Ora, per essere chiari, vediamo i due tipi di cambiamento che si producono in noi. Uno è la trasformazione , l’altro è la traslazione.

La trasformazione è il processo per cui ci spostiamo da uno stato di equilibrio ad un altro e la traslazione è il processo con cui facciamo gli adeguamenti necessari all’interno di uno stato d’equilibrio.

La vera conoscenza è basata sull’esperienza. Ognuno possiede una certa quantità d conoscenza che deriva dalle proprie esperienze di vita. Grazie a queste, sviluppa le proprie visioni e concetti del mondo. Ciò costituisce il suo linguaggio personale. Anche un bambini ha il suo linguaggio personale. Va a scuola on la sua piccola quantità di esperienza e il suo piccolo numero di concetti. Quando legge un libro o riceve l’insegnamento di un professore, egli non può ricevere la nuova conoscenza, se non interpretandola nei termini del proprio linguaggio. Questa interpretazione che è più o meno un’operazione subliminale, è una specie di traslazione. Con questa traslazione interiore, un concetto si lega ad un altro, e così il bambino sviluppa una catena di concetti. Molto spesso, la conoscenza ottenuta così, non ha niente a che vedere con le vere esperienze della vita, che egli deve acquisire con altri mezzi.

Man mano che cresce, la coscienza del suo ego attraversa delle continue trasformazioni indipendenti dalla conoscenza libresca.

Nella vita adulta, una gran parte della conoscenza tratta dai libri o imparata da altre persone, è il risultato di un processo di traslazione personale. Questa conoscenza, benché la maggior parte, così facilmente accessibile ai nostri gironi, non sia che un inutile ammasso (o guarzabuglio), può aumentare la nostra comprensione del mondo e permetterci di apprezzare o di esprimere la bellezza e le verità astratte o migliorare le condizioni economiche di vita, cioè produrre un adattamento o un equilibrio o a uno stato d’armonia con il mondo.

Se desideriamo passare a uno stato d’equilibrio superiore, possiamo farlo solo trasformando la nostra coscienza, la sola lettura dei libri non basta. Dopo aver letto qualche scritto sulla vita spirituale e ottenuto delle idee chiare su Dio, l’Atman, la meditazione e argomenti simili, arriviamo qualche volta alla conclusione errata che la nostra vita è molto cambiata o che siamo diventati più santi o più spirituali degli altri.

Se l’introspezione psicologica di cui parliamo, tocca soltanto la coscienza superficiale e non colpisce le nostre tendenze di base, le nostre risposte emozionali e i nostri modelli di comportamento, che sono controllati dalla forze che vengono dall’inconscio, non possono essere modificate che da una trasformazione psicologica.

Questa trasformazione psicologica, che cambia completamente la nostra vita, è di tre tipi:

-         trasformazione dell’inconscio;

-         trasformazione dell’inconscio in conscio;

-         trasformazione del conscio in superconscio.

 

- Nel primo caso, benché la concezione della vita della persona sia completamente cambiata, la trasformazione reale è strettamente legata all’inconscio. La persona che non ha nessun controllo cosciente può addirittura ignorarla.

Così la trasformazione della coscienza che si produce durante l’infanzia e poi l’adolescenza, appartiene a questo tipo, come anche la conversione chiamata “improvvisa” ma come, per esempio, quelle vissute da San Fratesco d’Assisi e Sant’Ignazio di Loyola. In modo meno spettacolare, le conversioni improvvise possono ugualmente manifestarsi nella vita delle persone ordinarie. Ciò basta a liberarle per sempre dall’attaccamento al mondo e a spingerle a ricercare senza sosta uno scopo più alto nella loro vita. Il meccanismo psicologico esatto che causa questo genere di trasformazione spontanea, non è perfettamente conosciuto.

Questa trasformazione non è necessariamente un evento improvviso, può essere un processo lento che si estende in diversi anni.

La trasformazione graduale è del tutto diffusa, e molte persone sembra che passino attraverso un cambiamento interiore, di cui non sono coscienti.

 

- Nel secondo tipo di trasformazione, il contenuto dell’inconscio diventa conscio.

Come nel primo caso, il processo principale avviene nell’inconscio stesso, ma la mente cosciente può accedervi. Nella maggior parte dei casi, la trasformazione è scatenata da uno sforzo cosciente dell’ego. L’inconscio rassomiglia a un labirinto sotterraneo. E’il magazzino di tutti i movimenti istintivi e dei semi delle pulsioni. Vi sono conservati i ricordi di tutte le esperienze del passato. Alcuni di questi ricordi sono latenti, altri sono molto potenti e attivi, ma respinti dal meccanismo psicologico della rimozione. La paura irrazionale di trovarsi soli o di stare in una stanza chiusa e altre fobie sentite dagli adulti possono essere prodotte dai ricordi rimossi di esperienze sgradevoli dell’infanzia.

Il senso costante di insicurezza, di angoscia, di depressione o la mancanza del gusto di vivere, possono ugualmente essere il prodotto di conflitti con dei desideri rimossi. Quando la rimozione è annullata, la persona si sente sollevata e allora trova facile condurre una vita normale e ben adattata.

L’approdo principale di Freud è di aver dimostrato come la rimozione poteva essere soppressa portando il coscio nell’inconscio.

La psicoanalisi è baasta sul principio fondamentale che certi contenuto dell’inconscio possono essere trasformati in esperienze coscienti. Ciò si applica generalmente per trattare le anomalie mentali.

Ma anche alle condizioni di vita normale, l’individuo dovrebbe analizzarsi. Con l’introspezione si può imparare molto sulla propria vita mentale, sui desideri, sulle capacità, le debolezze, le cause dei propri fallimenti, e canalizzare o subliminale l’energia dei propri impulsi inferiori in una aspirazione più elevata e una attività creativa.

E’ importante notare che la psicoanalisi non è una semplice conoscenza passiva, è piuttosto una partecipazione attiva alla dinamica dell’inconscio e una trasformazione progressiva dell’inconscio in conscio.

L’agente principale di questa trasformazione è l’integrazione del passato al presente.

La nostra tendenza attuale, le nostre reazioni, e il nostro comportamento sono determinati dalle nostre esperienze passate, in modo particolare da quelle dell’infanzia e dell’adolescenza. Alcune posso essere state sgradevoli e vorremmo dimenticarle. Ma dimenticare non risolve nessun vero problema nella vita. Invece di cercare di sfuggire alle nostre difficoltà, ai nostri desideri inferiori e alle nostre pulsioni, dobbiamo affrontarle.

“Fronteggia il bruto” ci consigliava Swami Vivekananda. Se i samskaras di esperienze passate, continuano a disturbare la nostra vita attuale, dobbiamo estrarli per disattivarli. Scavare nelle oscure profondità dell’inconscio e riscoprire il nostro passato, può essere un’esperienza che spaventa, ma è itale.

Ci si può chiedere quale bene può uscire da questo compito così gravoso. In primo luogo, è necessario per l’integrazione della personalità. L’ego attuale è costruito sugli ego dimenticati del passato e se questi non sono integrati correttamente, la personalità resterà divisa. Nessun istinto o pulsione può agire senza il supporto di una parte della personalità.

Le pulsioni inferiori fanno tutte parte del nostro essere inferiore e quando questo sarà assorbito nell’ego attuale, queste pulsioni cesseranno di disturbarci.

Se voi non conoscete i vostri ego passati, se grandi zone della vostra sono aldilà del vostro controllo, come potrete fare assegnamento su di voi, come potranno gli altri fidarsi di voi?

Se una parte della vostra personalità agisce in contraddizione con altre parti, come potete avere la pace della mente?

In secondo luogo, l’integrazione del passato nel presente è necessario per rendere la nostra vita più reale e la nostra tendenza verso il mondo più realista.

La conoscenza di noi stessi, ci permetterà di meglio comprendere gli altri e migliorare la relazione con loro.

Per dissimulare il passato, l’ego usa differenti maschere come l’egocentrismo, la vanità, l’orgoglio, il disprezzo l’arroganza. Anche l’umiltà è spesso usata come maschera dell’ego.

L’integrazione del passato renderà inutili queste maschere. L’integrazione del passato può essere l’origine del pentimento. Questo non è un bisogno morboso di condannare o di rimuginare il passato. Può essere una forma sana e positiva di disciplina destinata purificare il nostro cuore. Sri Ramakrishna aveva l’abitudine di dire: “Le lacrime del pentimento trasportano le brutture del male commesso in passato”.

Il Cristo insegna il pentimento come condizione per ricevere la grazia divina. Questa dottrina divenne più tardi uno strumento di tortura personale, quando fu incorporata alla teoria del peccato.

Se la distinzione tra l’Atman senza macchia, eterno, luminoso, felice e le immagini d’ombra dell’ego, è compresa, e se la persona è sufficientemente matura, e mentalmente forte, il pentimento praticato come disciplina può trasformare rapidamente la coscienza dell’ego. Il pentimento illuminato crea una impressione così forte sulla mente, che ci impedisce di commettere di nuovo gli errori del passato.

Il vero pentimento non è ruminare sul passato, ma preparare l’avvenire.

Se qualcuno ha avuto un’infanzia e una adolescenza bella e felice, ma trova difficile la vita presente, anche per lui, è indispensabile l’integrazione del passato nel presente. Ciò riattiverà la sorgente del potere e della gioia nell’inconscio e la farà scorrere nel deserto della vita attuale.

Si racconta che Siddharta, quand’era bambino, si sedette un giorno sotto un melo in fiore e fece là l’esperienza di una calma e di una pace ineffabili. Anni più tardi, dopo aver rinunciato al modo, egli se la ricordò e fu impaziente di riviverla.

La realizzò, lo sapete, sotto l’albero Bodhi.

Che il passato di una persona sia stato felice o infelice, la sua integrazione nel presente non è un semplice rammentare, un pensiero passivo.

L’esperienza del passato deve essere rivissuta, gli avvenimenti del passato devono essere riprodotti nella profondità della mente, con tutta l’intensità originale, ma con la conoscenza, il distacco e la forza possedute attualmente. Più un passato è riscoperto e accettato, più l’inconscio si trasforma in conscio.

Questo processo diventa più facile se è già stata fatta l’esperienza di ciò che abbiamo già descritto come il risveglio dell’ego.

 

- Abbiamo parlato finora di due tipi di trasformazione della coscienza, arriviamo ora al terzo, la trasformazione del conscio in superconscio.

Se i primi due tipi rappresentano la lotta dell’uomo per elevarsi dall’animalità alla piena umanità, il terzo rappresenta la lotta per elevarsi dall’umanità alla divinità. Mentre i due primi tipi modifico soltanto il modo di funzionamento dell’ego, il terzo cambia la sua stessa struttura. Appena il conscio si trasforma in superconscio, l’ego stesso è trasfigurato.

Questa trasformazione del conscio e la trasfigurazione dell’ego costituiscono i primi passi della vita spirituale. Tutte le discipline spirituali come la preghiera, il culto, la meditazione e anche il lavoro disinteressato, non sono che tecniche diverse in vista di questo cambiamento.

Ogni volta che preghiamo o meditiamo intensamente, la nostra coscienza ha una trasformazione, anche se questo cambiamento è così minimo che passa inosservato. Man mano che questa trasformazione progredisce, l’oscurità interiore si trasforma in luce.

Parleremo di questa trasformazione nel corso del nostro prossimo incontro. In attesa vorrei suggerirvi qualche consiglio pratico per la vita quotidiana.

  1. 1) cercate di disciplinare i vostri pensieri, i vostri sentimenti e le reazioni verso la vita.
  2. 2) Diventate emozionalmente maturi nei vostri pensieri, nelle vostre parole e azioni, reagendo dal vostro centro divino, il Sé che è in voi.
  3. 3) L’amore è un attaccamento emozionale: è estrovertito. Diffondetelo e neutralizzerete tutte le emozioni negative nascoste nel vostro inconscio.
  4. 4) Trasformate una cattiva disposizione in energia costruttiva. Quando state per entrare in collera fermatevi e ditevi: “Iosto pensando, parlando, e agendo secondo la saggezza, al verità, la bellezza e l’amore”,
  5. 5) La fede in Dio e nel bene distrugge la paura.
  6. 6) Le emozioni represse o rimosse causano ogni sorta di malattie. Divenite un canale per Dio, e dirigete le vostre emozioni verso di Lui.
  7. 7) Le vostre preoccupazioni e le vostre paure sono causate dalla vostra impotenza a unirvi con l’Infinito, che non conosce né paura né contraddizione. Non ci può essere nessuna sicurezza al di fuori del vostro sentimento di unità con Dio.
  8. 8) Abbiate una nuova concezione di Dio che è Amore. Comprendete che Egli è per voi e non contro di voi.
  9. 9) Proteggetevi da ogni male, realizzando che l’amore di Dio vi sta attorno, vi abbraccia e vi avvolge.
  10. 10) Voi potete avere una via radiosa e meravigliosa unendovi a Dio e sapendo che il suo potere, la sua saggezza e la sua forza sono là per aiutarvi a risolvere tutti i vostri problemi.
  11. 11) Per trasformarvi, purificate le vostre emozioni pensando nel modo giusto. L’emozione segue il pensiero.
  12. 12) Per cambiare la vostra vita, cambiate le vostre reazioni verso la vita. Sono le vostre reazioni che determinano le vostre emozioni. Pensate giusto, siate giusti e agite giusto.
  13. 13) Nessuno può turbarvi eccetto voi stessi.
  14. 14) Il vostro pensiero è una azione in potenza. Pensate alle qualità divine e trasportatele nella vostra vita.

 

Traduzione a cura di Franca Mussa

http://www.gruppovedantalila.it