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La vita è una immensa e inesauribile corrente di forza, coscienza e gioia. Ogni essere vivente ne è un parte integrale.

Il microcosmo, l’essere individuale e il macrocosmo, l’Essere Universale, hanno la stessa struttura e sono in contatto dinamico l’uno con l’altro.

Il nutrimento per una buona salute, la forza per lavorare, la conoscenza per la mente e la felicità dell’anima, tutto questo si trova nella corrente della Vita Universale.

Più ci apriamo alla vita divina, più diventiamo ricchi, grandi, felici.

E tuttavia, milioni di persone vivono in cattiva salute, a corto di denaro, impotenti, impauriti e infelici..

“Acqua, acqua da tutte le parti, e tutto il bosco si ritraeva, acqua, acqua da tutte le parti e non una goccia ne beveva” Così cantava Coleridge.

Benché viva nell’abbondanza e nella pianezza della vita moderna, l’uomo si ritrova vuoto e insoddisfatto. Isolato dalla corrente della vita è incapace di aprirvisi completamente.

Perché l’uomo si allontana dalla vita cosmica? Tuttavia nessun muro esteriore lo separa, nessun ostacolo esterno gli blocca il cammino. La sorgente di tutte le sue sofferenze, le sue difficoltà e i suoi dispiaceri sono interiori.

Il muro che separa l’individuo dalla Vita cosmica è all’interno di se stesso, è il suo egoismo.

Sri Ramakrishna non ha smesso di ripeterlo, è l’egoismo che crea l’alienazione.

Il mondo non ci incatena quanto noi pensiamo, spesso a torto, noi siamo incatenati, soffocati dal nostro ego.

L’egoismo è di due specie quello che soccombere e quello che vince. La persona che fallisce in tutti campi sviluppa un egoismo di tipo perdente. Accusa Dio e gli altri della sua sfortuna. Si aggrappa alle sue sofferenze invece di tentare di liberarsene. Egli pensa, e si sbaglia, che il mondo gli debba qualcosa e che gli altri abbiano il dovere di renderlo felice. Egli si taglia fuori da solo dalla corrente universale della vita, creandosi un mondo di tenebre, pieno di risentito, di paura, di lamentele e popolato dalle immagini deformate degli altri.

Colui che invece ottiene successo nel mondo sviluppa un egoismo di tipo vincente. Egli non rimprovera niente a Dio, se gli capita di credere in Lui, o agli altri, egli li utilizza piuttosto a suo profitto, e non accorda loro nessun merito per i suoi successi. Non cerca di isolari, ma gli altri lo evitano. E’ aldilà del flusso universale e così se ne trova tagliato fuori. Il suo mondo personale è costruito sull’ambizione, l’avidità, la competizione e i tormenti.

Successi e fallimenti sembrano all’inizio essere differenti, ma finché perdura l’egoismo, il risultato finale è identico: insoddisfazione e scoraggiamento.

L’egoismo non è una semplice ignoranza: E’ una forma di reazione dell’individuo alle condizioni del mondo esteriore. Tuttavia quello che all’inizio non era che un comportamento istintivo di conservazione, diventa progressivamente una resistenza inconscia alla bontà fondamentale della vita.

L’ego di tipo perdente si oppone al successo e alla prosperità. L’ego di tipo vincente si oppone al fallimento e alla sfortuna. E’ questa resistenza egoista alla Vita Universale che si manifesta sotto forma di stress. I conflitti, la malinconia, le nevrosi e le malattie psicosomatiche sono tutti prodotti dallo stress. Volgersi alla vita spirituale e farne un dovere religioso, non risolve il problema. Infatti, quando un egoista pratica il japa e la meditazione, questo può intensificare la sua resistenza inconscia alla Vita Universale e rendergli la vita ancora più difficile.

L’egoismo non può essere vinto che da una forza superiore all’ego. L’impulso deve provenire da una sorgente elevata che può essere il Dio personale o il proprio Sé Superiore. Benedetti coloro che incontrano “l’Anima illuminata” che sopprimerà il loro egoismo con una chirurgia spirituale.

Alcuni aspiranti fortunati raggiungono la trascendenza dell’ego con un risveglio spontaneo dell’Anima. Altri ci riescono con intense preghiere. Il alcuni, lo stress della vita aumenta fino al punto di rottura e quando il guscio dell’ego scoppia, si ritrovano all’improvviso di fronte alla Vita Universale. Molti hanno bisogno di esperienze dolorose come un incidete d’auto, una malattia grave, il tradimento di un amico o una crisi finanziaria per spezzare il loro ego in frantumi.

Tuttavia i cambiamenti così subitanei sono rari.

Per la maggior parte la trascendenza dell’ego è un lungo processo di distacco e il solo modo di arrivarci è di mettere il proprio ego al servizio degli altri con un lavoro disinteressato. Così. l’ego sarà gradualmente rieducato e armonizzato con la Vita Universale. Ecco il primo passo nella vita spirituale.

La personalità umana ha una struttura complessa.

Le scritture vedantiche la descrivono formata da cinque involucri. Questi involucri non sono paragonabili a delle scatole vuote o ai muri di un edificio. Ognuno è colmo di coscienza, è un “sé”, un’anima in se stesso. Ognuno ha la sua propria vita e le sue proprie leggi di sviluppo, è dipendente da un Universo corrispondente. Il nutrimento dell’anima annamaya(il corpo fisico) proviene dall’Universo fisico. L’energia psichica dell’anima – pranamaya proviene dal Prana cosmico.

La conoscenza dell’anima – manomaya proviene dallo Spirito cosmico. La coscienza del sé individuale conosciuto come l’anima – vynanamaya è un riflesso del Sé Supremo.

La beatitudine dell’anima – anandamaya deriva dalla beatitudine di Brahman.

Ognuna di queste cinque guaine può funzionare correttamente se si apre completamente al suo livello corrispondente della Vita Universale e se rinnova incessantemente questo contatto. Quando questo processo di sviluppo fa difetto, l’anima è tagliata via dalla Vita universale e non si sviluppa. E’ ciò che succede, quando conduciamo una vita d’ignoranza e di inconsapevolezza. Per giungere allo sviluppo completo, allo sbocciare integrale dell’intera personalità, ogni anima deve aprirsi alla Vita universale.

Perciò, è necessario penetrare all’interno di ciascuna di queste per comprendere il suo modo di funzionare, di sopprimer i suoi difetti, purificarla, sviluppare i suoi poteri e aprirla pienamente alla Vita universale.

Come è possibile fare tutto questo?

Penetrare all’interno di un’anima e aprirla non è, beninteso, un atto fisico.

E’ aumentando la nostra consapevolezza che potremo farlo. Perciò noi dobbiamo iniziare con lo scoprire il centro della nostra coscienza, il punto dal quale l’Atman, il Sé, si manifesta, il punto di contatto tra il Sé individuale e il Sé Supremo, il Paramatman. Questo centro è il dhi o intelligenza superiore, chiamata anche il cuore spirituale.

E l’entrata comune, il vestibolo che dà accesso a tutte le anime. Una volta aperta la porta interiore, una volta risvegliatoli centro spirituale, il passo successivo consiste nello sviluppare la coscienza superiore all’interno di tutte le anime.

Ciò si ottiene con la meditazione. Gli antichi Saggi hanno sviluppato delle forme superiori di meditazione, attraverso cui ottenevamo una comprensione profonda della Natura reale dell’uomo e del mondo. Con l’aiuto di queste tecniche, noi possiamo dirigere la luce dell’Atman negli angoli più riposti di ogni anima e così purificarli e aprirli alla Vita Universale.

Quando l’ego è trasceso e le differenti parti della personalità sono state condotte sotto il controllo del Sé e aperta alla Vita Universale, la vita intera diventa una giocosa partecipazione alla creatività evolutiva del Divino. Questa partecipazione alla vita divina, grazie a una coscienza superiore, è chiamata il sacrificio. In questo l’uomo trova il suo posto in seno all’armonia cosmica. Comprende che la vita non è senza senso, vuota o illusoria, ma che evolve verso alti livelli di coscienza, verso la libertà e al beatitudine. Il sacrificio accelera questo processo trasformando la coscienza e permettendo all’uomo di partecipare pienamente a questo progresso.

E’ bene far notare qui che l’intento del sacrifico non è di permettere di condurre una vita sociale felice e ben adattata sul principio “io do, io prendo”.

Per riuscire a vivere in questo modo, è sufficiente un pieno adattamento di abilità o la sottomissione del proprio ego a una persona o a un gruppo dominante nella società. Il sacrificio, invece, è fondamentalmente una disciplina spirituale e il suo obiettivo principale è la trasformazione della coscienza umana.

L’armonia e la pace che procura, sono l’effetto e il risultato dello stato di coscienza superiore a cui conduce.

Il sacrificio ha due dimensioni, una verticale e una orizzontale. Da un lato conduce a livelli di coscienza sempre più elevati, dall’altro ad un’armonia con la Vita Universale sempre più grande. Anche a un livello inferiore, è un processo cosciente e contrallato che lo differenzia dalla deriva inconsapevole e impulsiva della vita ordinaria.

Prima di proseguire, vediamo qual è il posto del sacrificio nella vita spirituale e ciò che lo distingue dalle altre discipline.

La ricerca dell’Assoluto può farsi in due sensi, quello della negazione e quello dell’affermazione. Nella via negativa, chiamata nel Vedanta “neti-neti” (non questo, non quello) il mondo è considerata come irreale e dunque cattivo; il principale sforzo spirituale consiste nel fuggirlo. Il Buddismo e l’Advaita Vedanta sostengono questa via.

Nella via affermativa chiamata nel Vedanta “iti-iti” (questo e quello) il mondo è considerato come reale, è un aiuto nella ricerca spirituale. Qui l’obiettivo principale è incontrare la realtà attraverso la prospettiva del mondo.

Questo incontro può prendere tre forme:

- Il primo incontro, tra la Persona Suprema e la Natura, è un tentativo di liberazione del Sé dall’influenza della Natura attraverso la sua comprensione e la sua conquista. E’ ciò che impariamo nello Yoga di Patanjali.

- Nella seconda forma, l’incontro tra l’anima individuale e il Dio personale, il mondo è considerato come il terreno di gioco del Dio personale e la vita come il suo gioco eterno. Il male e il dispiacere non sono che un aspetto di questo gioco divino.

- Nella terza forma, l’incontro tra lo spirito individuale e lo Spirito Supremo, il mondo e tutto ciò che lo compone, è considerato come manifestazione del dinamismo e della gloria dello Spirito impersonale che tutto penetra.

La vita è un sacrificio divino, uno scambio costante tra l’individuo e il Cosmo. Il male e la sofferenza sono manifestazioni inferiori e imperfette del potere divino, la cui causa è la nostra partecipazione incompleta al sacrificio divino.

Il sacrificio si distingue dalle altre discipline per la sua dea di base, che è realizzare la Suprema armonia partecipando all’azione di Dio nel mondo. Questa Suprema Armonia è “Ritam” o anche, come la chiamava RamakrishnaBhava-mukta”.

E’ il punto d’incontro tra Dio e il mondo, tra il noumeno e il fenomeno, tra l’assoluto e il relativo, tra il permanente e l’impermanente. Questa esperienza integrale è la conoscenza più fine e più perfetta dl realtà. Da questa hanno termine tutte le opposizioni come il bene e il male, la fortuna e la sfortuna, lo sforzo personale e la grazia divina, ecc. Con essa si comprende come la realtà unica, può apparire di volta in volta impersonale e personale, senza forma e con forma, immanente e trascendente.

Questa esperienza integrale non si ottiene fuggendo il mondo, ma armonizzandosi con una comprensione corretta; non si ottiene con la sola meditazione ma con l’unione dell’azione e della meditazione, non si ottiene con la sola conoscenza, ma anche con l’amore per tutto e per tutti, manifestazioni del Divino, non si ottiene con la ricerca solamente della propria salute, ma anche con la liberazione di tutti. Ecco ciò che si vuol dire realmente con la parola sacrificio.

E’ vivere in Dio, di Dio, per Dio, e divenire un canale aperto per il Divino.

La vita umana è un canale per il flusso del potere divino. Il ruolo del sacrificio è di tenere questo canale aperto purificando e sopprimendo gli ostacoli. A prima vista, Dio sembra situarsi all’altro capo del canale come l’obiettivo dei nostri sforzi, godendo del nostro sacrificio. Man mano che avanziamo comprendiamo che Egli è anche il punto di partenza, l’eterno donatore, in effetti il solo, essendo tutti gli altri solo dei distributori. La Gita lo dice, Dio è il “primo motore all’origine di ogni azione dall’inizio dei tempi”. Tutto viene da Dio e tutto ritorna a Dio attraverso noi.

Quando avremo realizzato questo, la differenza tra il sacro e il profano sparirà. Considereremo le nostre attività sia come dono venuto da Dio, sia come dono fatto a Dio.

La vita di ognuno di noi, non è nient’altro che un bilancio in rapporto a Dio. Guardate la nostra vita, esaminiamola con cura e vedete quanto avete ricevuto da Dio e quanto gli avete restituito.

Nella nostra vita profana, ci prendiamo grande cura di fare i conti delle nostre rendite e delle nostre spese o ancora come li chiamiamo i commercianti dei crediti e dei debiti. Ma non estendiamo che raramente, questa abitudine al nostro comportamento e alle nostre esperienze.

Ascoltare è un credito, parlare un debito.

Essere amati è un debito, amare un credito

Essere odiati è un credito, odiare un debito

La salute è un credito, la malattia un debito

La purezza è un credito, il peccato un debito.

Tutte le specie di credito non sono forzatamente benefiche, come ogni specie di debito non è necessariamente nefasto.

Se facciamo, giorno dopo giorno, tali conti, comprendendo che tutto viene dalla vita Universale e vi ritorna, la nostra vita ordinaria diventerà un sacrificio e la nostra vita profana si trasformerà in vita spirituale.

Chi sa, che tutto appartiene a Dio, pone uno sguardo attento su ciò che riceve dalla Vita Universale e sul modo in cui lo utilizza. Prende solo ciò che è.

L’evoluzione è basata sulla legge del sacrificio. Al livello inferiore, è la lotta per l’esistenza in cui solo i migliori sopravvivranno, mentre gli altri saranno eliminati. Allo stesso modo al livello superiore, nella lotta per la coscienza, solo gli aspiranti spirituali più qualificati realizzeranno la realtà Ultima e otterranno la liberazione, mentre i meno capaci continueranno a muoversi lungo una spirale evolutiva. Gli animali che sopravvivono sono quelli meglio adattati al loro ambiente, i migliori aspiranti sono quelli meglio adattati alla Vita Universale, quelli cha hanno trasformato la loro intera vita in sacrificio.

Come possiamo accelerare il nostro progresso evolutivo? Tutto ciò che dobbiamo fare, è di mantenere una aspirazione intensa e di trasformare la nostra vita in un sacrificio, aprendoci abbandonandoci completamente alle forze creative della Vita Universale. Solo l’aspirazione ci appartiene, Tutto il resto è l’azione del Divino. L’evoluzione non è una cosa individuale, è un movimento cosmico. Tutto il potere necessario alla progressione proviene dalla Vita Universale. Quando, con degli atti come il sacrificio, noi ci apriamo completamente ad essa, ciò porta tutti i cambiamenti di cui abbiamo bisogno e aumenta il nostro slancio evolutivo.

Come possiamo aprire i nostri cuori alla Vita Universale?

Ecco qualche consiglio pratico:

-         Pensate, partendo dal punto di vista delle verità eterne e dei principi di vita e non da quelli della paura, dell’ignoranza e della superstizione. Non lasciate che gli altri pensino per voi. Scegliete i vostri pensieri e prendete le vostre decisioni;

-         La vostra mente non è cattiva. Nessuna forza della natura è cattiva. Ciò dipende dal modo in cui utilizzate i poteri della natura. Utilizzate la vostra mente per benedire, guarire e trasformare le persone attorno a voi;

-         Avete il potere di scegliere. Scegliete la salute e la felicità. Potete scegliere di essere amichevoli come di essere ostili. Scegliete di essere favorevoli, solidali, gioiosi, amabili e il mondo vi corrisponderà. E’ il modo migliore di sviluppare una meravigliosa personalità.

-         Il nostro subcosciente controlla tutti i processi vitali del vostro corpo e conosce la risposta a tutti i vostri problemi;

-         Prima di addormentarvi formulate una domanda precisa al nostro subconscio e dimostrate così il potere del suo funzionamento miracoloso;

-         La legge di azione e reazione è universale. Il vostro pensiero è azione, la reazione è la risposta automatica del vostro subcosciente al vostro pensiero;

-         Ogni frustrazione è dovuta a desideri insoddisfatti. Se date importanza agli ostacoli, ai ritardi, alle difficoltà, il vostro subcosciente risponderà allo stesso modo e vi bloccherà ciò che è positivo in voi:

-         Il Principio di vita scorrerà in voi aritmicamente e armoniosamente, se voi sostenete la vostra coscienza come abbiamo fatto durante la meditazione guidata:

-         Voi potete intervenire sul ritmo normale del vostro cuore, dei vostri polmoni e di altri organi quando siete preoccupati, ansiosi o spaventati. Nutrite il vostro subcosciente di pensieri d’armonia di buona salute, di pace e di qualità superiori, come durante la nostra meditazione;

-         Tutte le malattie nascono dalla mente. Nulla appare nel corpo se non c’è un modello mentale corrispondente. Comprendete che le istruzioni corrette date al subcosciente guariranno sia la mente sia il corpo;

-         Applicate il potere di guarigione della preghiera nella vostra vita. Scegliete un progetto un’idea o una immagine mentale. Unitevi mentalmente con questa idea e se vi resterete fedeli, la vostra preghiera avrà una risposta;

-         Imparate a pregare per coloro che amate. Colmate la vostra mente e i vostri pensieri di buona salute, di vitalità e di perfezione, agendo attraverso lo spirito universale soggettivo passeremo e rivivranno nella loro mente;

-         Voi siete figli della vita infinita, riempite la vostra mente di amore eterno, di pace, d i gioia e di conoscenza e siate trasformati!

 

Traduzione a cura di Franca Mussa

http://www.gruppovedantalila.it/