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“Io sono il silenzio dei segreti, io sono la saggezza dei saggi” dice il Signore nella Bhagavad Gita. Il silenzio, questo grande potere invisibile, questo miracolo della vita, agisce sulla nostra persona con un strano contrasto.

Talvolta, ci grava con la sua calma opprimente, poi scende suoi nostri cuori, come un rovescio rinfrescante in un giorno soffocante d’estate. Quante volte ha agito come un tonico, rinvigorente e vivificante sulla nostra mente torpida.

Talvolta, i suoi effetti sono quelli di un tranquillante, che mette le nostre energie vitali in uno stato di sonno profondo.

E’ così, tutte le grandi forze della natura agiscono in modo contrastante.

La pratica del silenzio gioca un ruolo vitale nella vita spirituale. Crea un’atmosfera e dà al cercatore la possibilità di trovare l’accesso a un santuario interiore, interamente celato dal mondo materiale, turbolento e senza riposo. Quando ascoltiamo una bella musica se qualcuno parla o fa rumore, siamo distratti e a disagio e ne perdiamo, molto spesso, tutta la bellezza sottile.

Nello stesso modo, quando meditiamo, se la nostra attenzione è distratta, non ne riceviamo nessuno o ben poco beneficio.

Il silenzio espande ll nostra natura superiore. E’ il motivo per cui, nei luoghi di culto viene mantenuto un rigoroso silenzio. Un mistico sufi ne esprime l’importanza con questa ammirevole frase: “Coltiva il silenzio, affinché il Signore, che ti ha dato la parola, possa parlare, se ha fatto una porta con una serratura, ne ha fatto anche la chiave… Io sono silenzioso, parla, oh! Anima della mia anima!”

Tutti i maestri mistici e tutti i saggi che hanno raggiunto l’illuminazione, diffondono attorno a loro, una particolare atmosfera di calma e di tranquilla dignità.

L’osservazione del silenzio rende la mente ricettiva e permette di acquisire i valori superiori. E’ per questo motivo che Madame Montessori, preconizzò la pratica del silenzio nel suo sistema educativo.

Rifiutiamo l’dea che gira nel mondo moderno: la pratica del silenzio, non è in nessun caso, legata all’apatia e all’inazione.

Lo scopo del silenzi non è di liberare la mente dai nostri pensieri di assicurarci così uno stato di vuoto e di passività. Ben al contrario, diventa un fattore determinante dell’efficacia e della concentrazione del nostro potere di pensiero. Ciò significa una coordinazione del corpo, della mente e di tutte e nostre facoltà, tale che ognuna del loro particelle sia animata da un solo e stesso ritmo.

Quando siamo in questo stato, tutte le nostre aspirazioni e tutti i nostri ideali funzionano armoniosamente. Una persona silenziosa possiede una potente influenza calmante, anche sulle persone morbosamente sconvolte.

La pratica del silenzio porta un fenomeno interessante, è lo sviluppo, nella mente, di un genio creativo. Per esempio, una persona abituata a una attività intensa e a distrazioni esteriori, proiettata all’improvviso sulle sue risorse interiori, vedrà, se non si oppone, che la sua mente sviluppa una reazione particolare. Scoprirà le sue riserve durevoli e la sua originalità. Noi pensiamo meglio quando la nostra mente non è appesantita dalla materia.

Ci vediamo più chiaro quando i nostri occhi sono fissati su un unico obiettivo e niente è più efficace che l pratica del silenzio.

E’ evidente che la prate più intima deal nostra natura si può esprimere in modo efficace, solo se l’ambiente attorno a noi è tranquillo. E’ il motivo per cui i santi e i saggi si ritirano così spesso dalla società. Là, nel silenzio, pensano profondamente e agiscono con calma.

Noi comprendiamo male, per lo più, questo genere di persone e immaginiamo che la loro vita sia sprecata, senza misurare tutto il bene, la calma e la serenità che ne derivano.

Sapete, se c’è qualcosa che ci auguriamo tutti nella vita, è il successo.

Qualunque cosa intraprendiamo, che sia per acquisire al prosperità materiale o raggiungere l’illuminazione spirituale, che sia nella sfera secolare o nella sfera spirituale, nessuno apprezza il fallimento. Tutti noi vogliamo avere successo. Però, notiamolo, solo un pugno di uomini può accedere al successo a cui noi aspiriamo. Molti giungono a un successo medio e numerosi sono quelli che non hanno successo per niente.

Ci sono molti fattori nella storia del successo e del fallimento della vita. Ma in ogni caso, c’è un fattore comune. E’ il potere della volontà. Il grado di successo nella vita di una persona è proporzionale al grado del potere di volontà che ha raggiunto. Qual è l’origine del potere di volontà? Come svilupparlo? La volontà è un insieme di anima e di mente. La parola “anima” significa qui l’Atman, l’Anima Universale, la vera anima dell’uomo. L’Atman è aldilà d ogni causalità. E’ la coscienza indifferenziata. In questa coscienza, la volontà non esiste, perché questa presuppone una reazione a quella cosa d’esteriore o di interiore. E nella coscienza indifferenziata, non si trova nulla di ciò. Benché l’Atman, per la sua pura natura essenziale, sia libero, è limitato quando si identifica con il corpo e la mente. In altre parole, in questo stato,,l’Atman non è libero.

La volontà è la prima manifestazione del ver Sé preso nel fenomeno, nella maya. E’ un insieme di Atman e di mente e la mente è una materia sottile. Ecco perché nella volontà si trovano due elementi: quello della mente e quello della materia, un pizzico di luce e un pizzico di oscurità.

In ultima analisi, tuttavia, questo composito è condannato ad essere irreale, perché basato sull’irrealtà di maya. Ma, finché restiamo nel dominio di maya, cioè finché restiamo spiritualmente lontani dall’illuminazione, questo è molto reale per tutto ciò che concerne la vita pratica.

E può far muovere le cose, come nient’altro al mondo, a parte le potenti forze della natura.

E persino queste forze della natura possono essere vinte dalla potenza della volontà. Tutte le azioni che vediamo compiere nel mondo, tutti i movimenti e tutti i successi dell’uomo sono manifestazioni deal sua volontà. Ciò di cui siamo fieri o ciò che deploriamo nella nostra civiltà, ciò che ci meraviglia nelle sfere della scienza e ciò che ci lascia muti nel campo della religione, tutto ciò è la manifestazione della volontà dell’uomo.

Proviamo ora a comprendere questo concetto del potere della volontà, dal punto di vista pratico, cioè vediamo come può influenzare la nostra vita. Perché, in ogni caso, sviluppiamo un potere di volontà, anche se non apparteniamo alla categoria delle persone ambiziose che tentano di realizzare delle cose spettacolari? Tuttavia, nella nostra vita, senza dubbio nella vita di tutti, arrivano grandi tragedie.

Queste ci scuotono fino alle radici. E noi nono ridiventeremo la stessa persona di prima. Se noi siamo capaci di prendere queste tragedie in modo creativo, potremo esserne grandemente trasformati. Se non ne siamo capaci, saremo schiacciati. Queste tragedie sono tali che siamo obbligati, purtroppo, di tenerne conto.

E non solo questo, anche gli altri le notano e noi diventiamo spesso oggetto di pietà per loro. Ecco ciò volevo dire sulle grandi tragedie della nostra vita personale.

Ci sono anche altre specie di tragedie che accadono tutti i giorni nella vita, le cui conseguenze possono andare molto lontano.

E, in queste piccole tragedie, sono radicate le grandi tragedie della nostra vita. Tuttavia nessuno sembra notarle. Oggi, noi abbandoniamo il potere del pensiero alle macchine con la speranza di trarre il maggior profitto dalla vita. Ma, il risultato è che noi perdiamo gradualmente la presa sulla vita. Ciò non è forse una verità evidente, ma riconosciamo che, in generale, più le nostre case sono piene di gadget, meno cerchiamo di riflettere in mezzo ad essi.

L’unico modo di conservare la presa sulla vita è di osservare in silenzio per pensare giusto e profondamente.

Noi ammiriamo oggi il libero pensiero. Il libero pensiero va bene, il giusto pensiero, è meglio.

E quando il giusto pensiero diventa pensiero profondo, è eccellente. Senza coltivare l’abitudine dell’introspezione, è impossibile seguire la traccia di tutte le forze che operano in noi. Se non ne conosciamo la natura, come possiamo divenirne padroni? Noi siamo condannati ad esserne gli schiavi. E quali scelte hanno gli schiavi di sviluppare e di esercitare il loro potere di volontà, se la loro schiavitù è causata dalla loro propria natura che essi non hanno rigenerato? Come potranno costruire al propria personalità? E come può un uomo senza personalità avere un potere di volontà?

L’introspezione rivelerà che una tragedia fondamentale è alal bse della nostra vita di tutti i giorni e che la maggior parte delle nostre tragedie personali prendono radice in questa tragedia.

Lo sappiamo, va bene praticare un linguaggio corretto, decente e moderato nei nostri rapporti quotidiani, sia in casa, in strada, al lavoro o in società. Però, nostro malgrado, accade che noi utilizziamo un linguaggio scorretto e violento, che provoca numerosi dissensi, piccoli e grandi, in famiglia, in società e dovunque.

Molto spesso dimentichiamo il potere delle parole, la loro capacità di distruggere o ferire.

Più spesso ancora, la nostra volontà fallisce semplicemente perché on giunge a mettere in pratica ciò che sappiamo di questo potere delle parole. Con un linguaggio inadatto, noi possiamo provocare, nel cuore degli altri, delle ferite che non si cicatrizzano facilmente oppure possiamo renderli così furiosi che ne possono derivare conseguenze terribili. E noi dovremo raccoglierne i frutti, per quanto amari possano essere. Conviene citare qui il famoso proverbio: “Il silenzio è d’oro!”

Sappiamo perfettamente che bisogna alzarsi di buonora e praticare l’introspezione. Ma, quando al mattino presto, la sveglia fa validamente il suo dovere, noi siamo scontenti e la fermiamo come se avesse commesso un crimine, tiriamo la coperta sul naso e ci riaddormentiamo una mezz’ora in più. Il risultato è che ci affrettiamo e siamo agitati per tutta la giornata.

E quando rientriamo a casa alla sera, siamo una palla di nervi, talmente infiammabili che basta un minimo dettaglio per farle prendere fuoco.

Possiamo osservare, anche nelle più piccole cose, quanto siamo ignoranti di ciò che è buono e benefico per noi e di ciò che possiamo mettere in pratica.

Al contrario, noi continuiamo a fare ciò che ci nuoce.

Sappiamo bene, che non dobbiamo trascurare il nostro dovere e la nostra pratica spirituale e malgrado ciò, non possiamo staccare gli occhi, le orecchie, dalla radio o dalla televisione, sopratutto se c’è una partita di calcio, uno spettacolo di circo, una sfilata di moda o un film. Se la nostra mente protesta timidamente, noi la mandiamo “a quel paese”. “Come posso perdere una cosa così eccitante per il bla-bla senza interesse di un discorso spirituale?”. E le conseguenze di ciò si ritrovano con troppa evidenza nell’agitazione e nella insoddisfazione che aumenta sempre di più in questo mondo moderno. E’ ben noto che la maggior parte di noi può resistere a tutto salvo alla tentazione! C’è un grande fascino per ciò che è proibito, una grande attrattiva per la distruzione, un grande interesse per il bizzarro e per le cose cattive in questo mondo di transazione. Ci tirano per le orecchie e fanno di noi degli schiavi. Facciamo tutto alla bell’e meglio e ci pentiamo con comodo, poi piangiamo nell’oscurità delle nostre stesse azioni. Perché ci comportiamo così con cognizione di causa? Ci accade ugualmente di agire male senza saperlo. Ma, a pare ciò, perché facciamo il male e ci areniamo nel fare il bene, pur sapendolo? Non commettiamo l’errore di pensare che agiamo così perché siamo cattivi per natura o perché siamo macchiati dal “peccato originale” o ancora perché siamo spinti dalle forze del male. Teniamo per certo che nessuno al mondo è cattivo per natura. Nell’essenza, ognuno è divino, perché l’essenza d ogni essere è l’Atman che è divino.

La cattiveria apparente di una persona non è che un caso, una maschera esteriore, di cui dobbiamo sbarazzarci praticando lunghe riflessioni silenziose. Molti tra noi non si rendono conto di quanto la bontà la forza la grandezza che sono in noi gridano per manifestarsi. Noi per la maggior parte del tempo, conosciamo solo il lato debole della nostra personalità. Ed è questa tragedia che è alla base della nostra vita di tutti i giorni e che ci impedisce di incontrare realmente il nostro vero essere. Ecco perché, è importante per ognuno di noi sapere come evitare gli insuccessi.

Il solo modo di farlo è di sviluppare, nel silenzio, il proprio potere di volontà.

Voi potete sollevare questa obiezione: “io non ho la volontà di superar le difficoltà come una montagna, della mia vita. E’ il mio problema, che ci posso fare?”. Il vostro problema èd di nn avere un amor sufficiente per la Realtà. Intensificate l’amore per la realtà e la possibilità di fare fronte ad ogni opposizione si svilupperà spontaneamente in voi,

Due elementi si opporranno a questo movimento creativo in voi:

-         i nostri rimpianti sul passato;

-         le nostre inquetitudini sull’avvenire.

I rimpianti esagerati sul nostro passato e una troppo grande inquietitudine sul nostro avvenire non faranno che portare una ferita al nostro presente, indebolire al nostra mente e offuscare il nostro futuro.

Sulle basi di ciò che abbiamo imparato e che noi scegliamo di decidere, è bene organizzare, per la nostra via di tutti i giorni, un programma semplice. Questo programma deve essere studiato tenendo a mente, che noi cerchiamo, ogni giorno, di preservarci e di migliorarci su tutti i piani, fisico, mentale e spirituale. Deve essere fatto in modo che le nostre relazioni umane, i nostri bisogni di distensione, i nostri ideali e le nostre aspirazioni, tutto, deve potersi realizzare per suo tramite. E qualsiasi cosa accada, dovremo seguirlo. E’ un metodo molto utile, all’inizio della vita spirituale, per avere una buona presa sulla mente. I nostri sensi obbediranno alle nostre decisioni prese con circospezione. Può succedere, eccezionalmente, di sospendere questo programma, per esempio per un grave imprevisto in casa, al morte dinamico ecc. ma appena possibile, dobbiamo ritornarvi.

In una tappa più avanzata, quando con sogni da svegli, con pensieri impudichi, con paure ipotetiche. Accade quando ci occupiamo di ciò che non ci riguarda e non vediamo che difetti degli altri.

Per accumulare una riserva sufficiente di energia mentale, assolutamente necessaria all’impulso del potere della volontà, dobbiamo smettere di fare tutto ciò che può disperdere la nostra energia mentale.

Notiamo che gli uomini dotati di una volontà potente parlano poco. Le persone, attorno a loro, sono sempre attente a ciò che dicono. Non hanno bisogno di fare degli sforzi per essere interessanti o eccitanti. Vivono con uno scopo, un ideale. Sono dinamici e equilibrati. Sono concentrati, ma mai tesi. Non sono facilmente turbati.

La conservazione dell’energia mentale dipenderà, a sua volta, dalla conservazione dell’energia fisica. Quelli che, in modo riflesso deliberato, sprecano la loro energia fisica sono condannati ad avere una mente superficiale. E le menti superficiali hanno un debole potere di volontà.

L’energia fisica è conservata vivendo una vita morale fatta di purezza e d moderazione.

Nella moderazione sta la dolcezza e nella dolcezza sta la forza. Inoltre, noi non dobbiamo mai prendere sul serio i nostri fallimenti. E non dobbiamo mai perdere il coraggio di fronte a fallimenti ripetuti. Poiché, non c’è modo migliore per aver successo, che quello di fallire a molte riprese. Gli insuccessi devono essere accettati come una parte del gioco, come dei gradini che portano ai piedi del successo. Questi gradini, saliti come si deve, ci aiuteranno sicuramente a sviluppare la nostra personalità.

“Bontà divina!” cominciamo a pensare alcuni di voi, “se bisogna fare tutto ciò per sviluppare la nostra personalità, lo faccia lo Swami! E noi, andiamo piuttosto a farci uno spuntino!”

Bene, fare merenda, non è il tutto, c’è di meglio. Gli spuntini hanno il loro posto nella nostra vita. Tuttavia, non dimentichiamo che il potere della volontà, non ha equivalenti, qualunque esso sia. Non possiamo ottenere niente di valido senza pagarne il prezzo. Può succedere, comunque, di scoprire che, anche dopo aver fatto ciò che stimiamo essere il massimo delle nostre capacità, il nostro potere di volontà non sia sempre abbastanza forte.

Che fare in questa situazione? Dobbiamo fare una pausa e riflettere e analizzare la situazione nel silenzio!

E, sicuramente, scopriremo allora che questo fallimento della volontà è nato, in modo molto sottile, al livello di un processo erroneo del pensiero. E’ il pensiero che diventa azione. Se il pensiero è falso, come potrebbe essere giusta l’azione? Ecco perché, dobbiamo lavorare sul processo del pensiero e portarlo a un certo grado di potenza.

Come lavorare sul processo del pensiero, in alte parole sul suo dominio? Questo argomento, da solo, potrebbe essere l’oggetto di un grande sviluppo.

Per oggi, direi che basta sapere che “lavorare sul processo del pensiero” significa, in questo contesto, prevenire i movimenti scorretti del pensiero, con il silenzio!.

Trionfare sui cattivi pensieri, è ritornare, di tanto intanto, sui componenti dalla propria mente, è riflettere su questi, in silenzio, per sradicare tutto il male e svilupparne solo il bene. Colui che riporta la vittoria sui suoi cattivi pensieri non fallirà ami.

Che cosa bisogna fare quando scopriamo la nostra completa impotenza interiore e la nostra indegna debolezza? Bisogna pregare Dio che è il depositario di tutti i poteri, il depositario del bene. Bisogna pregarlo perché la nostra volontà tutta intera sia unita a questi poteri. Le preghiere sincere portano un potere di volontà soddisfacente e tutto il bene necessario. La perfezione di un tale potere creativo si raggiunge quando si è capaci di dire gioiosamente e spontaneamente: “Signore, sia fatta la tua volontà e non la mia”.

A un certo livello, quando il potere creativo ha preso forma, bisogna dirigerlo internamente, con cura e precauzione, verso Dio.

E ciò si fa con la preghiera e idealmente con la ripetizione del nome del Signore che va di pari passo con lei.

Chi è così debole e così sfortunato che non possa neanche pronunciare il nome del Signore?

In ogni caso, che siamo forti o che siamo deboli, la preghiera e la ripetizione del nome del Signore fatta in silenzio, ci aiutano sempre a sviluppare il nostro potere creativo, poiché queste due pratiche sopprimono i cattivi pensieri e purificano la nostra mente.

Dobbiamo avere cura di sloggiare tutte le vostre imperfezioni interiori dai loro nascondigli e riconoscerle in noi e davanti a Dio, che è in noi, otterremo allora un mondo assoluto di forza.

Non parliamo delle nostre debolezze ai quattro venti. Ciò non ci aiuterà per nulla. .Possiamo tuttavia confidarci ai nostri istruttori personali, a nessun altro. Ma, seppiatelo, esistono dappertutto nel mondo, delle persone che possono prendere vantaggio dalle vostre confidenze. Avere coscienza della nostra impotenza assoluta, ci porterà all’abbandono di sé.

L’abbandono di sé, quando è vero e completo, fa esplodere in pezzi i nostri limiti interiori, che sono la causa degli insuccessi della nostra volontà. Dopo ciò, la persona che era a terra, si erge all’improvviso come l’immagine stessa del potere interiore. Nessuno comprende da dove gli viene un tale potere. Gesù Cristo ha detto: “Senza Lui che è nei cieli, voi non potete niente!” Com’è vero! In effetti, praticare silenziosamente la preghiera, la meditazione e la ripetizione del nome divino esprime la purezza della mente.

E’ diventare forti della forza di Dio. E’ rendere invincibile la volontà della mente pura, che può raggiungere il livello più elevato. C’è un’alta cosa, quali che possano essere le differenti qualità del grado già raggiunto dal nostro potere creativo, più è diretto verso Dio, più diventeremo essere umani nobili. E queste anime avventurose che non si accontenteranno soltanto di essere nobili, realizzeranno la verità, con un potere creativo espanso al suo massimo.

Il Mahabharata, i grande poema epico indiano, ci insegna: “ A colui che osserva il voto del silenzio e che comincia a stabilire la sua mente nello Yoga, a questi sono acquisiti la discriminazione, la conoscenza e il potere di evitare il male”. “La mente pacificata del saggio diventa l’Universo, lo specchio di tutta la creazione” dice un’altra massima.

Un atico proverbio ebreo dice: “Il silenzio è il rimedio per ogni malattia. E’ benefico al saggio, e ancora molto di più, al folle”.

In San Giovanni della Croce, troviamo queste parole sublimi: “Ciò di cui abbiamo maggior bisogno per la nostra crescita spirituale, è il silenzio dei desideri e delle parole, di fronte a Do, che è grande; il linguaggio che egli ascolta di più è quello dell’amore silenzioso”.

“Il silenzio è tanto profondo quanto l’eternità”. Datemi il silenzio splendido del sole risplendente di tutti i suoi raggi” dice Witman.

“Il silenzio è nel cuore di tutto… Ogni suono che lo rompe lo rende più profondo…” Come un colpo di tuono assordante, che scoppia nella dolce tranquillità blu, lascia errare la tua anima tranquillamente in te, come se fosse un santo che va in giro per il cielo a piedi nudi. Perché essere soli nel silenzio, è essere soli con Dio”, è detto “nell’aldilà del sole nascente”. Che la pace sia su di noi e su tutti gli esseri viventi.

26 Maggio 1994

 

Traduzione a cura di Franca Mussa

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