Era la moglie-bambina di Ramakrishna e fu il Suo primo discepolo, Egli le insegnò la religione e la filosofia trasmettendole tutto ciò che aveva imparato dai suoi Guru. Sarada nacque in un piccolo villaggio del Bengala chiamato Jayrambati il 22 dicembre 1853. I suoi genitori erano una pia coppia di Brahmini, il nome del padre era Ramchandra Mukhopadhyau e quello della madre Myamasundari Devi. Il capofamiglia lavorava instancabilmente per mantenere la famiglia patriarcale con tre fratelli, procurandosi da vivere dal raccolto di pochi acri di risaia e l'irrisorio guadagni di un prete di villaggio.
Ma vi era contentezza. Dal momento che i bisogni della famiglia erano limitati, la piccola entrata lasciava a vote persino un margine per la beneficenza. La nascita della piccola pare sia stata a seguito di una visione misteriosa da parte della mamma legata eccezionalmente ad un avvenimento di carattere economico, in quel tempo la famiglia versava in condizioni economiche precarie e dopo arcane visioni seguite con la venuta al mondo della piccina, i genitori abbracciarono la figlia come una luce venuta dal cielo e i loro cuori furono ricolmi di gioia celestiale. Sarada aveva qualcosa fuori dell'ordinario nella sua struttura mentale. Sempre molto semplice nelle sue abitudini fungeva immancabilmente da paciere tra le compagne di giochi. I comuni giochi rustici dei suoi amici d'infanzia segnata da birichinate infantili non esercitavano alcuna attrazione su di lei. Piuttosto dignitosa e controllata già in tenera età, aveva una disposizione naturale per divertimenti edificanti, La sua casa delle bambole conteneva piccole immagini delle dee Kali e Lakshmi, ed ella amava venerare, evidentemente scimmiottando gli adulti, questo era il tipo di passatempo che veramente la divertiva, offrendole congeniali occasioni di mostrare meravigliose imprese di assorbimento si sé stessa. A volte persino gli adulti restavano ammutoliti nel trovare l'enfant prodige assorta in un profondo stato di meditazione. Per quanto concerne la sua educazione, non appena fu pronta, fu ammessa al tradizionale corso di Home-training che era in voga nelle aree rurali a quell'epoca e consisteva nell'assistere la madre in cucina e a fare tutti quanti i lavori occasionali di casa. Una volta le toccò andare a spigolare i granii lasciata dalle locuste che avevano devastato il raccolto di riso dell'intera stagione, in un altra occasione, quando la località fu vittima di una carestia, lo stock di riso del padre venne generosamente distribuito per sfamare i bisognosi e lei partecipò prontamente. Per quanto riguarda l'educazione letteraria e scolastica, Sarada, ne ebbe molto poca. La santa atmosfera della famiglia sotto la guida dei suoi devoti genitori, le lezioni di auto-abnegazione e servizio attraverso i doveri nella comunità, in questo senso tutti questi fattori la aiutarono molto.
L'evento di spicco della fanciullezza di Sarada Devi fu il suo matrimonio: ella aveva appena sei anni. Attraverso questa unione è stato presentato all'umanità un fresco vangelo di fusione coniugale. Assolutamente priva di qualsiasi connotazione sensuale, questa fu l'unione di due anime immacolati in un insondabile amore: forse amore platonico è la più vicina idea ed espressione. Fu una sacra unione di due anime gemelle. Ricordando come la Parvati delle leggende hindu fu data in sposa all'altruistico e disinteressato Dio della Saggezza Mahadeva, Sarada fu sposata a un uomo pazzo di Dio, Gadadhar Chattopadhyay, più tardi conosciuto come Sri Ramakrishna. Crescendo, Sarada si accorse che i vicini parlavano tra loro della disgrazia che le era capitata, dicevano che il marito era impazzito e naturalmente ne fu molto turbata. Decise di andare a Daksinervar e verificare di persona le condizioni del Santo consorte ma lo trovò del tutto savio; decise di restare con Lui per qualche tempo e poi ritornò a Jayrambaati ma dopo qualche anno ella restò per sempre accanto a Lui. Colpito dal suo grande potenziale spirituale, cominciò a rivolgersi a lei come alla stessa Madre Universale. Una volta Sarada gli chiese che cosa pensasse di lei; le rispose: "ti considero come la mia stessa madre e come la Madre che si trova nel tempio."Ramakrishna venne colpito da un cancro alla gola e fu portato a Cossipore per essere curato. Egli era ormai conosciuto come un grande istruttore spirituale. Molte persone appartenenti alla élite di Calcutta si erano avvicinate a lui attratte dal suo influsso ma Ramakrishna non si fermò fino a quando non ebbe raccolto attorno a sé un gruppo di giovani pronti e disposti a modificarsi in accordo con le sue precise indicazioni. Questi giovani, quindici o forse sedici, erano tutti di ottima estrazione sociale e in possesso di un'istruzione moderna. Prima di lasciare la sua veste mortale Ramakrishna fece capire a Sarada Devi che doveva considerarsi la madre di questi giovani, anzi la madre dell'umanità tutta. Da principio Sarada Devi trovò difficile assumere un ruolo del genere per via della sua timidezza ma gradatamente ella lo seppe ricoprire pienamente diventando un istruttore spirituale a pieno titolo. Ella fu capace di ispirare sia monaci cha laici con gli ideali del suo beneamato sposo tuttavia le prove e le complessità affrontate furono assai maggiori di quelle del marito. Il gioco della vita era una cosa piacevole da osservare ma dal quale tenersi a debita distanza evitando con cura di farsi prendere dai suoi vortici. Sarada Devi era invece al cuore di quel gioco, essendo alla testa di una grande famiglia di uomini e donne che, per la maggior parte, non erano nemmeno lontanamente suoi congiunti. E che assortimento di caratteri! Alcuni erano delle grandi anime sotto ogni rispetto, ma ve n'erano altri che erano meschini, gelosi e decisamente cattivi. Come abbia d'esempio. Aveva visto il lato peggiore dell'uomo ma non perse mai la fiducia in lui ben sapendo che con l'affetto, la comprensione e l'ammaestramento ella poteva superare ogni limitazione. Era umana, eppure divina. La divinità si rivelava in ogni cosa che facesse, anche quando si trattasse di qualcosa del tutto mondana. Era una donna semplice, ma nel pensiero, nella parola e nell'azione era in sintonia con il Divino. Era una vera santa, tuttavia non disse mai di sentirsi tale. Sembrava una donna comune eppure tutto in lei era straordinario.