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Ramakrishna

Cos’è il karma-yoga? È la conoscenza del segreto del lavoro. Anziché essere maltrattati in questo universo e apprendere le cose dopo molti ritardi e difficoltà, impariamo dal karma-yoga il segreto del lavoro, il metodo del lavoro, il potere organizzativo del lavoro. Una gran quantità di energia può essere spesa invano se non sappiamo come utilizzarla. Il Karma-yoga rende il lavoro una scienza; tramite questo imparate come utilizzare al meglio tutte le attività di questo mondo. Il lavoro è inevitabile; deve essere così. Ma dovremmo lavorare per gli scopi più alti.

Lavorate incessantemente, ma rinunciate all’attaccamento al lavoro. Non identificatevi con nulla. Mantenete libera la vostra mente. Tutto ciò che vedete, i dolori e le sofferenze, sono condizioni necessarie di questo mondo. La povertà e il benessere e la felicità sono momentanei; non appartengono affatto alla nostra vera natura. La nostra natura è ben oltre la sofferenza e la felicità, oltre ogni oggetto dei sensi, oltre l’immaginazione; e tuttavia dobbiamo sempre continuare a lavorare. La sofferenza viene dall’attaccamento, non dal lavoro. Appena ci identifichiamo con il lavoro che facciamo, ci sentiamo infelici; ma se non ci identifichiamo con esso, non sentiamo quella infelicità.

Ogni onda che nel cervello dice “io” e “mio” pone immediatamente una catena attorno a noi e ci rende schiavi; e più diciamo “io” e “mio” più cresce la nostra schiavitù, più cresce la nostra infelicità. Perciò il Karma-yoga ci consiglia di gioire della bellezza di tutte le cose nel mondo, ma non di identificarci con nessuna di esse.

Il non-attaccamento non si riferisce a ciò che potremmo fare in relazione al nostro corpo esterno è tutto nella mente. Se non abbiamo alcun legame con il corpo e con le cose dei sensi, siamo non-attaccati, dovunque e qualunque cosa possiamo essere. Un uomo potrebbe essere sul trono e perfettamente non-attaccato; un altro uomo potrebbe essere in stracci e ancora molto attaccato. Prima dobbiamo ottenere questo stato di non-attaccamento e poi lavorare incessantemente. Il Karma-yoga ci dà il metodo che ci aiuterà a rinunciare all’attaccamento, sebbene sia difficile.

Esistono due modi per abbandonare l’attaccamento. Uno è per coloro che non credono in Dio o in qualsiasi altro aiuto esterno. Sono lasciati ai loro mezzi; devono semplicemente lavorare con la loro volontà, con i poteri della loro mente e discriminazione, dicendo “io devo essere non-attaccato.” Per coloro che credono in Dio esiste un altro modo, che è meno difficile. Essi danno il frutto del lavoro al Signore; lavorano e non sono mai attaccati ai risultati. Tutto ciò che vedono, sentono, odono, o fanno, è per Lui. Non dobbiamo chiedere lode o ricompensa per qualsiasi lavoro possiamo fare. È del Signore; date il frutto a Lui.

Il Karma-yoga ci insegna a come lavorare per il lavoro, non-attaccati, senza preoccuparci di ciò che si compie, ci insegna anche perché dovremmo lavorare. Il karma-yogi lavora perché è la sua natura, perché sente che è un bene per lui fare così, e non ha alcun obiettivo oltre quello. La sua posizione nel mondo è quella di un donatore, e non si preoccupa mai di ricevere nulla. Sa che sta donando, e non chiede nulla in cambio, e perciò evita la presa della sofferenza.

Un karma-yogi non ha bisogno di credere in alcuna dottrina. Potrebbe anche non credere in Dio, potrebbe anche non domandarsi cosa sia la sua anima e non indulgere in alcuna speculazione metafisica. Ha il suo modo speciale di realizzare il non-egoismo, lo deve scoprire da solo. Ogni momento della sua vita deve essere una realizzazione, perché deve risolvere senza l’aiuto di alcuna dottrina o teoria, lo stesso problema a cui uno jnani applica la sua razionalità e il bhakta (devoto) il suo amore.

Mi è stato detto molte volte che un uomo non può lavorare se non ha la passione che solitamente sente per il lavoro. Molti anni fa lo pensavo anch’io; ma maturando e facendo più esperienza, trovo che non sia vero. Meno passione c’è, con più lavoriamo meglio. Più siamo calmi, meglio è per noi e maggiore è la quantità di lavoro che svolgiamo. Quando lasciamo andare i nostri sentimenti sprechiamo moltissima energia, distruggiamo i nostri nervi, disturbiamo le nostre menti, e realizziamo molto poco. L’energia che sarebbe dovuta andare nel lavoro viene spesa come semplice sentimento, che non ha alcun valore. È solo quando la mente è molto calma e raccolta che tutta la sua energia è spesa a compiere un buon lavoro. E se leggete le vite dei grandi lavoratori che il mondo ha prodotto, troverete che erano uomini meravigliosamente calmi. Nulla poteva gettarli fuori dal loro equilibrio. Questa è la ragione per la quale l’uomo che si arrabbia non fa mai una gran quantità di lavoro e l’uomo che non si inquieta mai compie così tanto. L’uomo che dà spazio alla rabbia o a qualsiasi altra passione non può lavorare; si autodistrugge e non compie nulla di pratico. È la mente calma, indulgente, giusta, ben bilanciata che produce le maggiori quantità di lavoro.