Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti, per migliorare la tua esperienza e offrire servizi in linea con le tue preferenze. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all’uso dei cookie. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie vai alla sezione

Ramakrishna

Kamala aveva tredici anni. Viveva con suo padre in un villaggio vicino alla riva del Gange. Essi possedevano delle mucche, che davano molto latte.
Tutte le mattine Kamala si alzava molto presto. Appena suo padre aveva munto le mucche, ella portava il latte nelle case dei vicini per venderlo. Poi tornava a casa, puliva la capanna e cucinava un semplice pasto.
Kamala lavorava duramente ed era sempre felice. Le piaceva cantare quando lavorava e le canzoni che amava di più erano le lodi di Hari.
“Quando Kamala canta”, soleva dire suo padre, “sembra che Hari dimori nella nostra capanna”.


Vicino alla casa di Kamala, viveva un barcaiolo sulla sponda del Gange. Quando chiunque del villaggio voleva passare all’altra sponda del fiume, chiedeva al barcaiolo di traghettarlo.               Ogni giorno il barcaiolo faceva la spola tra le due rive del fiume. Ogni tanto parlava a Kamala e suo padre della gente che abitava sull’altra sponda del fiume.
”C’è un pandit (un erudito) che vive sull’altra riva del fiume”, disse un giorno il barcaiolo, “che vorrebbe del latte fresco ogni giorno. Gli dissi che te ne avrei parlato”.
Il padre di Kamala rispose: “gli posso fornire il latte, ma come farà Kamala a portarglielo? Dovrà attraversare il fiume”.
“Non ci saranno difficoltà”, rispose il barcaiolo, “la traghetterò ogni mattina sull’altra sponda”.
Il mattino seguente di buon ora Kamala si avviò con il latte per il pandit, e il traghettatore attraversò il fiume.
Il pandit era molto compiaciuto.
“Mi porterai il latte a quest’ora ogni giorno?” le chiese.
“Certamente signore”, rispose Kamala.
“Vedi di arrivare in tempo”, disse il pandit. “Non fare tardi, altrimenti tutta la mia mattinata sarà rovinata”.
“Oh, no signore, non farò tardi”, assicurò la ragazza.
“Ti pagherò ogni venerdì pomeriggio”, disse il sapiente.
“Molto bene, signore”, replicò Kamala.
Ogni mattina presto attraversava il fiume nel traghetto del barcaiolo e consegnava il latte al pandit. Appena si sedeva sulla barca cominciava a cantare lodi ad Hari. Kamala giungeva alla casa del sapiente sempre puntuale. Non arrivava mai in ritardo.
Mentre i giorni passavano, tuttavia, il barcaiolo era sempre più stanco di alzarsi così presto al mattino. Cominciò ad arrivare tardi. Kamala doveva aspettarlo sulla riva del fiume.
Quando il latte arrivava tardi, il pandit si arrabbiava.
“Così non va bene”, diceva alla ragazza, “devi portare il latte in tempo!”
Kamala chiese al barcaiolo di arrivare prima, ma egli non ci riusciva.
“Perché sei ancora in ritardo?” urlò l’erudito il giorno seguente.
“Non posso farci nulla, signore”, spiegò Kamala, “devo attraversare il fiume con il traghetto. Il barcaiolo era in ritardo”.
“Barcaiolo o non barcaiolo, devi portarmi il latte in tempo!”, tuonò il pandit.
Tristemente Kamala tornò a casa.
Il venerdì pomeriggio Kamala attraversò ancora una volta il fiume per andare alla casa del pandit               e ricevere il denaro dovuto per il latte.
Quel giorno un gran numero di persone aveva raggiunto la casa del sapiente. Era seduto sulla veranda e stava leggendo loro un testo sacro.
Il libro diceva che procedere nella vita, dalla nascita alla morte, era come attraversare l’Oceano.
“Ma non abbiate paura”, disse l’erudito. “Potrete facilmente attraversare l’Oceano se invocate Hari mentre procedete”.
Proprio in quel momento Kamala raggiunse la casa del pandit. Ella udì cosa stava dicendo a proposito dell’attraversamento dell’Oceano.
“Non è dell’Oceano che sono preoccupata”, disse Kamala fra sé, “attraversare il fiume – questo è il mio problema! Spero che il barcaiolo non sia di nuovo in ritardo domattina”.
La mattina seguente Kamala era in attesa sulla riva del fiume. Il barcaiolo era in ritardo ancora una volta. Kamala era molto triste. Scoppiò a piangere.
“Il latte sarà di nuovo in ritardo”, sospirò, mentre stava aspettando da sola “e il pandit sarà arrabbiato con me, e si metterà ad urlare”.
“Ma cosa posso fare? Solo Hari mi potrebbe aiutare!”.
In quel momento la fanciulla si ricordò delle parole del sapiente.
“Tu puoi facilmente attraversare l’Oceano, se reciti il nome di Hari mentre vai”, aveva detto il pandit.
“Certamente!” esclamò Kamala. “Come mai non ci ho pensato prima? Che stupida sono! Chi può attraversare un vasto oceano può attraversare un piccolo fiume. Posso attraversare questo fiume se se pronuncio il nome di Hari mentre vado!”
Kamala raccolse la brocca del latte e se la mise sulla testa. Poi, pensando solo al Signore, scese nel fiume. Non si bagnò, poiché riusciva a camminare sull’acqua.
“Hari, Hari, Hari”, ripeteva Kamala incessantemente.
Ripetendo il nome di Hari mentre attraversava il fiume, raggiunse la casa dell’erudito.
“Ah, sei arrivata in tempo oggi”, disse il pandit. “Il barcaiolo si è alzato presto, eh?”
“No, signore”, replicò la ragazza, “il barcaiolo era ancora in ritardo, così non l’ho aspettato”.
Il pandit era confuso.
“Non hai aspettato il barcaiolo? Come sei giunta qui?” le chiese.
“Come, ho seguito il vostro insegnamento, signore”, rispose Kamala. “E’ Una via decisamente migliore. Perché non me ne avete parlato prima, signore, invece di rimproverarmi ogni giorno?”
“Di cosa stai parlando, ragazza?”, urlò il pandit “qual è ‘la mia via’? Cosa vuoi dire?”
“Ma signore,” disse Kamala, “solo ieri pomeriggio vi ho udito dire alla gente come attraversare l’Oceano. ‘Ripetete il nome di Hari mentre procedete”, avete detto. “Se questo è il mezzo per attraversare l’Oceano, andrà bene per attraversare un fiume, non è vero? Voi lo sapevate tutto il tempo, e non me lo avete detto!”
Il sapiente osservò la lattaia stupito.
“Vuoi dire che hai attraversato il fiume in questo modo?”, egli disse.
“Sì”, rispose Kamala. “Non è difficile, non è vero? E così sarò in grado di portarvi il latte in tempo ogni giorno. Sono così felice di questo!”
Il pandit continuava a fissare la ragazza. Non sapeva se crederle o no.
“Vieni con me, ragazza”, e la condusse sulla riva del fiume.
“Vai a casa, e fammi vedere come attraversi il fiume”, disse.
“Non volete venire anche voi? Mio padre vorrebbe ringraziarvi”, gli disse Kamala.
“Ehm – bene – sì” disse l’erudito. ”Vai prima tu, io ti seguirò”.
“Oh, no signore! Come è possibile? Voi dovete andare per primo!”, esclamò Kamala.
Il pandit non poteva rifiutare. Si fermò sulla riva del fiume e cominciò a ripetere il nome di Hari. E mise un piede sull’acqua.
Quando fece ciò, tuttavia, si ricordò improvvisamente che il suo dothi era piuttosto lungo e si sarebbe potuto bagnare. Così rapidamente cercò di tirarlo sù. Istantaneamente il suo piede perse l'appoggio sulla superficie dell’acqua. Egli cadde giù, e cominciò a dimenarsi nell’acqua.
“Hari, Hari, Hari”, recitò Kamala.
Ripetendo incessantemente il nome del Signore, Kamala scivolò sull’acqua e diede la sua mano al sapiente. Lo aiutò a risalire sulla sponda.
“Sono mortificata che vi siate bagnato, signore”, gli disse. “Stavate pensando al vostro dothi, non è vero?”
“Kamala, bambina mia”, disse il pandit, “tu sei benedetta, per la tua fede"!

Racconti di Ramakrishna, Advaita Asrama, Mayavati, Pithoragarh, Himalayas, India

Traduzione a cura di http://www.centroanahata.org